Mogol: multe ai testi sessisti. Bene, e poi cosa ascoltiamo?
Io premetto che Tony Effe non lo conoscevo, però ora sì, e me ne importa quanto prima. Tuttavia me lo ha fatto diventare simpatico tutto il coro che lo accusa di sessismo, perché ormai tutto è sessista, tutto offende le donne. Addirittura si è svegliato Mogol sul tema, dicendo che bisognerebbe mettere una super multa per tutti i brani che «offendono» le donne. Veramente? Come se le donne fossero dei panda da proteggere perfino nelle canzoni, cosa non c'è di più sessista. (il Giornale)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Io credo che questo signore non pensi le cose che ha scritto ma lo abbia fatto per fare colpo. Riceviamo e pubblichiamo Non amo la censura e confesso che non conoscevo il rapper Tony Effe. (Secolo d'Italia)
“Pentito di aver rinunciato a Tony Effe? No, abbiamo fatto una scelta di principio che rivendico”. Poi Gualtieri ha aggiunto: “Non me la sono sentita di organizzare come Roma Capitale un concerto in cui si sarebbero cantante canzoni con un forte linguaggio violento e sessista“. (LAPRESSE)
Il suo nome era stato inzialmente approvato come star del Capodanno di Roma. Poi la marcia indietro del Comune e del sindato Gualtieri: no a Tony Effe per via dei suoi testi “misogini e sessisti”. Tanti gli artisti che si sono schierati con il rapper, in nome della lotta a qualsiasi forma di censura: al netto del gusto, la libertà di esprimere qualsiasi forma di arte dovrebbe essere tutelata. (Il Fatto Quotidiano)
Non tanto quella sentimentale, di cui si parla e riparla, bensì quella della sua famiglia. A parlarne era stato lui stesso in un servizio de Le Iene risalente allo scorso anno. (Today.it)
Quella nei confronti del rapper non è stata un’operazione di censura, ma certamente è stata un’operazione maldestra: il tema del sessismo nelle canzoni merita un’attenzione diversa: la polemica mediatica è andata oltre (Corriere della Sera)
"Ritenuto che il sindaco di Roma comproprietario del Palaeur insieme al Mef ha ritenuto pericoloso per ordine pubblico, in relazione alle continue violenze alle donne e ai quotidiani femminicidi, e ha vietato una piazza a chi se ne fa da anni portatore con testi violenti e sessisti - scrive il Codacons nella diffida - ritenuto che gli stessi pericoli sono derivanti dall'ipocrita spostamento da una piazza a un teatro ambedue sotto il controllo e la necessità di autorizzazione da parte di enti pubblici, si diffida Eur spa, il ministero dell'Economia in persona del ministro, e il sindaco di Roma a non concedere il Palaeur per esibizioni di cantanti che inneggiano alla violenza verso le donne". (Repubblica Roma)