L'impatto dei dazi di Trump sul Pil italiano, "previsioni da rivedere al ribasso"
La vittoria di Donald Trump mette a repentaglio l’obiettivo di crescita del Pil italiano dell’1,2% nel 2025 e la riduzione del rapporto deficit Pil dello 0,5%, promesso all’Ue e presente all’interno del nuovo documento programmatico di bilancio inviato alla Commissione a ottobre. Il problema ruota tutto attorno alla politica protezionistica di Trump che ha annunciato l’arrivo di dazi contro le merci importate dall’estero. (Italia Oggi)
Se ne è parlato anche su altri media
Secondo il 106° Rapporto Analisi dei Settori Industriali di Intesa Sanpaolo e Prometeia, in un 2024 che sarà segnato da un calo del fatturato dello 0,9 per cento, soltanto i settori orientati all’export potranno vantare risultati in controtendenza. (L'HuffPost)
I dazi arriveranno, salvo sorprese, e colpiranno le importazioni europee. Il “The Day After” degli investitori istituzionali raccoglie la mappa di un “mondo nuovo” in cui la parola più amata dal neo presidente statunitense Donald Trump è “tariffe”, come annunciato in tv a Bloomberg. (La Stampa)
Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Massimo Veccia, presidente onorario di Business care communications by Learn Italy Usa, che ha la mission di formare e sostenere i giovani talenti e le eccellenze italiane negli Usa, accompagnandoli e formandoli. (Adnkronos)
Intentiamoci, anche i democratici con Joe Biden avevano adottato una strategia basata su dazi e sussidi all’industria interna. Ha vinto Donald Trump, ma soprattutto ha vinto un’agenda “America First”, con uno spostamento strutturale degli elettori verso un nazionalismo economico di destra. (Forbes Italia)
Le mosse del futuro 47esimo presidente dovrebbero preoccupare non poco anche l’Italia, il cui export nonostante il trionfalismo del governo è in calo già dal 2023. La spinta protezionistica che arriverà dall’amministrazione Trump, uscito vincitore dal duello con Kamala Harris per la Casa Bianca, spaventa l’Europa che già fa i conti con la crisi tedesca e la frenata dell’industria dell’auto. (Il Fatto Quotidiano)
È l'opinione di Ian Hernandez, uno dei ricercatori dell'European Policy Center, think Tank di Bruxelles di cui è presidente onorario il belga Herman Van Rompuy, ex presidente del Consiglio europeo. Dal punto di vista economico c'è il rischio di una guerra commerciale, un rischio che "non è da escludere". (EuropaToday)