Kobane, la città simbolo anti-Isis minacciata dai filo-turchi
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La città di Kobane, situata nel nord della Siria al confine con la Turchia, è nuovamente al centro delle tensioni geopolitiche. L'esercito turco, infatti, ha iniziato ad ammassare truppe e mezzi di artiglieria intorno alla città, preparandosi a un'invasione di terra che sembra imminente. Questa mossa, rivelata dal Wall Street Journal attraverso una lettera riservata inviata da Ilham Ahmed, funzionaria dell'amministrazione civile del Rojava, al presidente eletto statunitense Donald Trump, ha suscitato preoccupazioni a livello internazionale.
La caduta del regime di Assad, sebbene considerata una vittoria per il popolo siriano, ha avuto ripercussioni significative anche per la leadership turca. Ahmed Al-Sharaa, alias Al Jolani, ha dichiarato che la caduta di Assad rappresenta una vittoria non solo per i siriani, ma anche per i turchi. Tuttavia, questa situazione ha creato un vuoto di potere che la Turchia sembra intenzionata a colmare, intensificando la pressione sulle Forze Democratiche Siriane (SDF) alla fine della tregua di quattro giorni con l'Esercito Nazionale sostenuto dalla Turchia.
Le informazioni trapelate suggeriscono che Ankara stia facendo pressione sul nuovo governo siriano a Damasco per impedire qualsiasi dialogo con le SDF o la sua struttura di autogoverno. La storia recente della Siria, scritta in migliaia di cartelle, fascicoli, file e hard disk, contiene informazioni cruciali sui detenuti, sugli scomparsi e sui luoghi di sepoltura, nonché sui rapporti tra il regime e altri Paesi. La rapida caduta di Damasco ha impedito alle forze di sicurezza siriane di distruggere o nascondere questi documenti, che ora sono nelle mani delle autorità turche.
La situazione a Kobane è particolarmente delicata, poiché la città è diventata un simbolo della resistenza contro l'Isis. La possibile invasione turca potrebbe avere conseguenze devastanti per la popolazione locale e per l'equilibrio della regione.