Omicidio Verzeni, la criminologa: "Sangare un borderline. Sharon si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato"
Omicidio Verzeni, la criminologa: “Sangare un borderline. Sharon si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato” La criminologa lo aveva ripetuto più volte: "È un omicidio compiuto da un disorganizzato" Getting your Trinity Audio player ready... ROMA – “È avvenuto ciò che temevo“. La criminologa Roberta Bruzzone, in questo mese di indagini alla ricerca dell’assassino di Sharon Verzeni lo aveva ripetuto più volte: “È un omicidio compiuto da un disorganizzato, che potrebbe non conoscere la sua vittima”. (Dire)
Se ne è parlato anche su altri media
Sangare è in una cella da solo e viene sorvegliato a vista nel timore possa compiere gesti autolesionistici. Ha già incontrato più volte il suo legale ed è probabile che nella mattinata di lunedì decida di ripetere anche nell’interrogatorio di convalida lo stesso racconto già fatto al pm e ai carabinieri di Bergamo, ovvero di aver scelto a caso la sua vittima e di aver agito senza alcun motivo. (L'Eco di Bergamo)
L'ex rapper viveva da solo a Suisio (Bergamo), a cinque chilometri da Terno d'Isola. (Fanpage.it)
Lo afferma in una nota la presidente della Società Italiana di Psichiatria (Sip), Liliana Dell’Osso. «Non emergono al momento elementi indicativi di una patologia mentale per l’assassino di Sharon Verzeni ». (Gazzetta del Sud)
«Ho visto una ragazza con le cuffiette, che guardava le stelle nel cielo». Così ha raccontato agli inquirenti. (ilmessaggero.it)
È un dettaglio, da quanto si è appreso, dell'interrogatorio reso dal fermato per l'omicidio della barista a Terno d'Isola. Moussa Sangare, prima di accoltellare a morte Sharon Verzeni, le ha detto: «Scusa per quello che ti sto per fare». (L'Unione Sarda.it)
Si tratta del 31enne Moussa Sangare, italiano con origini maliane, che stando a quanto ha rivelato agli inquirenti avrebbe «visto questa ragazza che passeggiava guardando le stelle e ascoltando la musica», e dentro di lui avrebbe «sentito un feeling». (Vanity Fair Italia)