Harris e Trump, c'è posta per voi: il voto 'a distanza' decisivo?
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Quattro anni fa l'America e il mondo intero dovettero aspettare cinque giorni prima della proclamazione della vittoria di Joe Biden, con tutte le conseguenze che ne derivarono. Ma quest'anno, scommettono esperti interpellati da The Hill, i risultati delle elezioni in cui si sfidano Donald Trump e Kamala potrebbero arrivare più velocemente, anche se molto probabilmente non nella notte elettorale. Il voto per posta, cosa è successo nel 2020 e cosa cambia "Le cose potranno essere diverse, non voglio pronunciare le ultime parole famose, ma sarei sorpreso se il processo fosse lungo come nel 2020", afferma Qinn Yeargin, docente della Michigan State University, ricordando che nelle elezioni del 2020 c'è stata una percentuale record di voto per posta, a causa del Covid, e gli Stati chiave non erano pronti a gestirlo. (Adnkronos)
Ne parlano anche altri media
(di Renato Scarfi ) Non stupisce, quindi, che cresca l’attesa per un evento che potrebbe avere profonde implicazioni per le future relazioni internazionali e per gli equilibri mondiali. (Difesa Online)
In realtà il termine election day non descrive bene quello che accade qui negli Stati Uniti. Dovremmo parlare di election weeks, election months: nel senso che c'è tanta, tanta gente, milioni di americani che stanno già votando, che hanno già votato addirittura qualche settimana fa. (Corriere TV)
I vantaggi sono tutti entro il margine di errore per cui la corsa è davvero aperta. Partita apertissima negli Stati Uniti quando, a meno di una settimana dall'Election day, i due candidati sono vicinissimi nei sondaggi e più di 43 milioni di elettori hanno già votato, anticipatamente o per posta. (ilmessaggero.it)
Molti stati dell’Unione, dopo le elezioni del 2020, hanno varato leggi per semplificare e favorire il voto anticipato che, secondo gli amministratori locali, non solo facilita il processo elettorale, ma è anche molto meno costoso. (La Voce di New York)
Quando, in estate, la vicepresidente Kamala Harris ha raccolto il testimone di Joe Biden, lanciando la sua campagna presidenziale, alcuni analisti avevano avvertito i democratici: attenzione, lo slancio di queste settimane è temporaneo, guai a sottovalutare la capacità di ripresa di Donald Trump (L'HuffPost)
Hanno già votato in circa 50 milioni, quasi un terzo del totale degli elettori del 2020, 155 milioni pari al 66% degli aventi diritto, un massimo storico. Stando all’Election Lab dell’Università della Florida, per l’esattezza al 28 ottobre il numero dei votanti ha raggiunto i 47.482.355. (Il Sole 24 ORE)