Italia a mani vuote nelle nomine europee anche se cresce più di Francia e Germania

Parigi balla sull’orlo del baratro del debito pubblico ma disfa a suo piacimento nomine, politiche e rapporti nell’Unione. Berlino, che ha imposto il ritorno del rigore, ha i suoi problemi di bilancio, con il debito che cresce più che in Italia. Anche nella crescita 2023 Roma (+0,9%) tiene il passo della Francia (+0,9%) e ha batte la Germania, in recessione. Ma tutto ciò sembra non contare quando si prendono le decisioni su chi debba guidare la Ue (Milano Finanza)

Su altre fonti

Il sì alla triade che la tedesca formerà per i prossimi cinque anni ha trovato i numeri necessari intorno al tavolo. (Avanti Online)

Dopo aver ricevuto il via libera del Consiglio Europeo alla sua nomina come candidata alla presidenza della Commissione Europea, la numero uno dell’esecutivo Ue uscente deve passare dalla prova del voto parlamentare, dove la maggioranza c’è, ma rischia di non essere così solida come potrebbe sembrare. (EuNews)

Rispondendo a una domanda sulla decisione di votare contro Costa e Kallas, Meloni ha risposto: "Se fosse come si dice, cioè che se non sei d'accordo con alcune decisioni qualcuno te la fa pagare, sarebbe vergognoso. (AGI - Agenzia Italia)

Consiglio europeo, von der Leyen nominata per un secondo mandato alla presidenza della Commissione

E sarà una scalata disseminata di insidie, verso quota 361. Il numero magico, cioè, necessario per superare indenne le forche caudine dell’Europarlamento, quando - la data da cerchiare è il 18 luglio - il suo nome per un bis alla guida della Commissione sarà messo al voto della plenaria. (ilmessaggero.it)

La faccia è scura, ma Giorgia Meloni, appena uscita dal Consiglio Ue di giovedì notte, ostenta fermezza: “Le persone mi rispettano in Italia, ma anche all’estero, perché non ho una doppia faccia“. La presidente del Consiglio spiega così la decisione di andare allo scontro con i partiti europei della cosiddetta maggioranza Ursula. (Il Fatto Quotidiano)

– Un’astensione su Ursula von der Leyen, un “no” ad Antonio Costa e a Kaja Kallas. Bruxelles, 28 giu. (Gazzetta Matin)