Open Arms, Camps non va a Il cavallo e la torre. Damilano apre la puntata con una sola parola
Venerdì pomeriggio, ore 14.55: le agenzie di stampa iniziano a lanciare le anticipazioni su Il cavallo e la torre, il programma di approfondimento di access prime time di Rai 3. "Sarà Oscar Camps, fondatore della ong spagnola Open Arms, l'ospite di Marco Damilano". La striscia di 15 minuti, come prevedibile, è tutta dedicata al processo palermitano contro Matteo Salvini. Le cose però non sono andate come speravano a sinistra, né nell'aula-bunker del carcere Pagliarelli né fuori. (Liberoquotidiano.it)
Ne parlano anche altre testate
L’assoluzione di Matteo Salvini a Palermo dovrebbe ridimensionare il cortocircuito tra politica e giustizia: una dinamica destinata altrimenti a assumere i contorni del conflitto istituzionale. Il vicepremier e capo della Lega aveva mobilitato il partito, e non solo, contro la Procura di Palermo. (Corriere della Sera)
La formula scelta dal tribunale per assolvere l’imputato Matteo Salvini — «perché il fatto non sussiste» — consente di dire, in attesa delle motivazioni, che i giudici hanno sposato la tesi dell’avvocata-senatrice Giulia Bongiorno. (Corriere Roma)
Prende il telefono in mano. È il suo uno dei primi numeri a comparire sullo schermo del leader leghista, mentre nell’aula bunker di Palermo sono già partiti gli abbracci e le lacrime di Francesca Verdini. (ilmessaggero.it)
A palazzo Chigi hanno capito l’antifona e assicurano che al Viminale non ci sarà alcun cambio al vertice dove resta saldo Matteo Piantedosi: non è in programma una staffetta nel breve periodo, ma non lo sarà nemmeno per il prosieguo della legislatura. (la Repubblica)
Il filmato, pubblicato da Il Flagello, è uno dei più condivisi sui social all'indomani della sentenza del processo di Palermo (Open)
Per paradosso, pesa quasi più della condanna a sei anni di carcere, chiesta dall’accusa nel processo di Palermo, l’assoluzione di Salvini dall’ipotesi di sequestro di persona per l’arcinota vicenda della nave ong Open Arms, a cui fu negato per giorni l’attracco in un «porto sicuro» malgrado le condizioni di salute e di bisogno in cui versavano i 147 migranti raccolti in mare, nel Canale di Sicilia. (La Stampa)