Roma, via Veneto: multa a «Crazy Pizza» di Flavio Briatore. Il municipio: «Le decorazioni floreali sono abusive»

Nel dibattito sul restyling di via Veneto un altro tema divisivo è la facciata esterna del palazzo dove si trova «Crazy Pizza», il locale aperto dall’imprenditore Flavio Briatore, tappezzata da cascate di fiori finti che ornano le tre vetrine con affaccio sulla strada. In base alle norme sul decoro le composizioni floreali non potrebbero essere installate - l’attività è già stata sanzionata una volta - come ribadisce l’assessore al Commercio del I Municipio, Jacopo Scatà: «Sono abusive». (Corriere Roma)

La notizia riportata su altre testate

Sì, perché i fiori nei cannoni vanno bene, ma meno bene stanno all’ingresso del locale Crazy Pizza, nota catena brand di proprietà della holding Majestas e controllata dagli imprenditori Flavio Briatore e Francesco Costa in Via Veneto a Roma (Liberoquotidiano.it)

Le multe e l'obbligo: fiori da rimuovere Nuovi guai per Flavio Briatore e a crearglieli è ancora la sua catena di pizzerie, Crazy Pizza. I fiori finti che campeggiano all’esterno del suo locale in via Veneto a Roma infatti sarebbero abusivi. (Virgilio Notizie)

Avevamo immaginato, dopo l’ultima apertura napoletana, che i Napoletani si ribellassero alla pizza sottile e ultra chic di Briatore, o che si scandalizzassero per i prezzi non proprio alla mano del suo menu (come dite? è successo davvero?). (Dissapore)

Ecco il vero problema di Roma: i fiori finti di Briatore

Il I Municipio ha multato Crazy Pizza, il locale dell'imprenditore Flavio Braitore in via Veneto a Roma. (Fanpage.it)

Multa al Crazy Pizza di Briatore a Roma In base alle norme sul decoro in vigore a Roma, le composizioni floreali sulla facciata del Crazy Pizza della Capitale non potrebbero essere installate: l’esterno del locale aperto da Flavio Briatore è tappezzato di cascate di fiori finti che ornano le tre vetrine con affaccio sulla strada. (inItalia)

A Roma, capitale dell'abusivismo dove persino le primarie del 2021 (quelle del centrosinistra, ovviamente) hanno avuto luogo in uno stabile occupato, lo Spin Time Labs, così ribattezzato dai centri sociali che da undici anni là dentro fanno il bello e il cattivo tempo, benedetti persino dall'elemosiniere vaticano che con tanto di pinze ruppe i sigilli messi da Acea a causa di un debito da 300mila euro per bollette della luce non pagate ebbene, proprio a Roma, dove persino la monnezza occupa abusivamente il suolo pubblico nauseando le narici dei turisti, che passeggiano tra monumenti e bellezze millenarie, e dei residenti, che nemmeno l'abitudine è riuscita a immunizzare dalla schifo con cui sono obbligati a convivere, nel mirino del Comune non sono finiti centri sociali, case occupate o campi nomadi ma un ristorante di via Veneto (il Giornale)