Il salto nell'impossibile di Alice D'Amato

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L'Ultimo Uomo SPORT

IMAGO / ABACAPRESS Alice D’Amato non è caduta sulla trave, si è lasciata andare a terra dopo aver capito ciò che aveva appena fatto. A Parigi 2024 quei dieci centimetri, spesso crudeli e che hanno mietuto vittime illustri, come Simone Biles, finita quinta a causa di una caduta e penalizzata per non aver salutato, hanno portato l’azzurra lì dove nessuna italiana era mai arrivata. Se per l’argento della prova a squadre c’era un precedente, seppur datato (ovvero Amsterdam 1928), in questo caso D’Amato è stata la prima italiana in assoluto a vincere una medaglia d'oro. (L'Ultimo Uomo)

La notizia riportata su altre testate

Per scoprire le origini del body dobbiamo approdare nel 1800 quando il trapezista Jules Léotard ha inventato questa comoda divisa per agevolare i movimenti durante le esibizioni, diventando il primo nella storia a indossare una tutina aderente senza maniche. (Panorama)

Vincenzo D’Angelo, allenatore dello Spezia, ha parlato quasi a ridosso dell’inizio del campionato di Serie B. Fratelli Esposito considerati. (Inter-News)

L’azzurra ha aperto un portone ed è entrata per sempre nell’antologia dello sport tricolore. (OA Sport)

Tutti per applaudire la squadra d’argento, ma soprattutto lei, che ha portato la ginnastica femminile in un’altra dimensione. Lo ha capito quando le porte scorrevoli degli arrivi all’aeroporto di Milano Linate si sono aperte. (La Gazzetta dello Sport)

Alice D’Amato, oro olimpico nella ginnastica artistica Si tratta di un’impresa senza precedenti per la ginnastica femminile italiana: è infatti la prima atleta italiana nella storia a salire sul gradino più alto del podio in questa disciplina. (Radio Deejay)

PARIGI C’è una cosa più bella di un oro e un bronzo olimpici alla trave (Alice D’Amato e Manila Esposito), dopo l’argento già strepitoso di squadra, ed è come ci siamo arrivati: a modo nostro, percorrendo una via lunga e personale che ha saputo seguire l’evoluzione di questo sport, delle regole, dei materiali e infine degli stessi corpi delle ginnaste. (Corriere della Sera)