Podolyak: «L'Ucraina non si arrenderà. Trattare con Putin? Possibile solo se siamo forti: servono armi e sanzioni»

Approfondimenti:
Ucraina

«Nessuna resa, nessuna sconfitta ucraina. Non credete alla propaganda di Putin. Semplicemente dobbiamo costringerlo ad accettare il negoziato», esclama per telefono Mikhailo Podolyak. Il noto consigliere del presidente Zelensky ci ha parlato nelle ultime ore. Ci sono state varie interpretazioni delle dichiarazioni di Zelensky, specie quelle relative all’impossibilità di liberare i territori occupati con la forza. (Corriere della Sera)

Su altri giornali

Henry Kissinger, lo statista americano morto quasi esattamente un anno fa, riguardo alla guerra tra Iran e Iraq degli Anni 80 disse che avrebbe voluto che entrambe le parti perdessero. (La Stampa)

Peccato che questa notizia clamorosa sia vera solo per i media italiani perché, a scorgere le principali testate straniere, dalla Bbc alla Cnn, da Le Monde alla Faz, non c’è traccia di tutto ciò. (Il Dubbio)

BRUXELLES – Forte della paura che un ritorno dell’imprevedibile Donald Trump sta provocando nell’establishment europeo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha colto l’occasione di una visita a Bruxelles questa settimana per insistere con i partner europei sull’urgenza di ottenere «nuove garanzie di sicurezza». (Il Sole 24 ORE)

Ucraina, i timori di una pace apparente

Quando non si sa da che parte iniziare, «negoziato» è parola buona per i titoli e per i dibattiti. Oltre che per misurare la reazione della controparte. Ma è anche un pretesto per mettere le mani avanti, accusare il nemico di non voler dialogare, e continuare a farsi la guerra. (Avvenire)

Nella conferenz… C’è una strategia precisa dietro le parole con cui il presidente russo Vladimir Putin ha indicato la Verkhovna Rada ed il suo presidente, Ruslan Stefanchuk, come unici interlocutori possibili per negoziare la pace in Ucraina (la Repubblica)

Era il cinque dicembre di trent’anni fa quando a Budapest venne firmato il memorandum in base al quale l’Ucraina rinunciava al proprio arsenale atomico aderendo simultaneamente al Trattato di Non Proliferazione Nucleare in cambio di assicurazioni sulla sua sicurezza da parte delle altre potenze nucleari, Usa, Federazione Russa e Gran Bretagna in testa seguite, in un secondo momento, da Francia e Cina. (Vita)