I giudici, lo «stress da Covid», l'ergastolo annullato: perché il femminicidio di Lorena Quaranta dimostra che non capiamo nulla di femminicidio

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Ponte sullo Stretto Messina

Chi era Lorena Quaranta Lorena era una studentessa di Medicina di 27 anni, originaria di Favara, in provincia di Agrigento, che stava per laurearsi, e che aveva conosciuto Antonio De Pace, infermiere e studente di Odontoiatria all'università: i due si erano fidanzati e convivevano da tre anni in una villetta a Furci Siculo, tra Taormina e Messina. Durante il processo, il giudice ha analizzato i messaggi tra Lorena e Antonio, che mostrano l'angoscia crescente di De Pace. (Vanity Fair Italia)

Ne parlano anche altre fonti

ROMA – La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la condanna all’ergastolo per Antonio De Pace, l’infermiere calabrese reo confesso dell’omicidio della fidanzata Lorena Quaranta, studentessa di medicina originaria dell’Agrigentino. (Quotidiano online)

"I giudici di merito non avrebbero verificato se la specificità del contesto, il periodo Covid e la difficoltà di porvi rimedio costituiscano fattori incidenti sulla misura della responsabilità penale". (Zoom24.it)

Aveva strangolato la compagna, e per questo omicidio era stato condannato all'ergastolo. Ma in cassazione l'assassino ha visto alleggerita la sua condanna in Cassazione, con i magistrati che hanno ritenuto lo stress dovuto alla pandemia di Covid come una possibile attenuante. (Today.it)

Fratelli d'Italia contro la Cassazione: "Uccisa per stress da Covid? Siamo esterrefatti e senza parole"

C’è da rimanere sconcertati, nel leggere e rileggere le motivazioni della sentenza con la quale la Corte di Cassazione ha annullato, in parte – la parte relativa alle attenuanti, che in questo caso non è un dettaglio ma un punto cruciale dell’intera vicenda giudiziaria –, la condanna dell’infermiere Antonio De Pace, il giovane calabrese che ha ucciso la notte del 31 marzo 2020, a Furci Siculo, la studentessa di Favara, Lorena Quaranta . (Gazzetta del Sud - Edizione Messina)

Adnkronos Notizie dal mondo (LaVoce)

"Applicazione di attenuanti, riconoscimenti di stati 'provvisori' di confusione personale e mentale: le cause di giustificazione per gli autori di brutali delitti di omicidio fioriscono nei pronunciamenti dei giudici italiani". (Liberoquotidiano.it)