La poliomielite torna a Gaza, la pediatra: “Era solo questione di tempo, ora il problema sarà eliminarla"
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Israele ha concesso una pausa umanitaria per permettere le vaccinazioni a Gaza, dopo la ricomparsa della poliomielite, una malattia infettiva, assente ormai da anni, che colpisce soprattutto i bambini, causando nei casi più gravi paralisi e morte. La dottoressa Manuela Valenti di Emergency spiega perché era una conseguenza prevedibile e quali sono le difficoltà di vaccinare durante una guerra. (Fanpage.it)
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Getting your Trinity Audio player ready... “La campagna di vaccinazione in due round mira a raggiungere 640.000 bambini– si legge sul profilo X dell’Unicef Mena (Medio Oriente e Nord Africa)- Le limitate pause umanitarie stanno permettendo il successo della campagna, ma, prima di tutto, i bambini di Gaza hanno bisogno di un cessate il fuoco ora“. (Dire)
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Va avanti la vaccinazione di massa contro la poliomielite a Gaza. L'obiettivo è arrivare a 640mila minori: una campagna difficile nel contesto della guerra, per la quale l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha raggiunto negli scorsi giorni un accordo con Israele per concedere pause umanitarie e consentire agli operatori sanitari di somministrare i vaccini in sicurezza. (Today.it)
Nonostante gli attacchi incessanti alle scuole e ai siti che ospitano i bambini sfollati, gli ordini di sfollamento estenuanti che costringono le famiglie a spostarsi più volte e i livelli di fame diffusi che hanno spinto alcune zone di Gaza sull'orlo della carestia, le famiglie si sono sforzate di recarsi in gran numero ai siti di vaccinazione. (UNICEF Italia)
Da 11 mesi la guerra affligge la Terra Santa, in particolare (ma non solo) la Striscia di Gaza. La crisi umanitaria a Gaza è fuori controllo; è stata superata la drammatica soglia di 40 mila morti, mentre più di 2 milioni di persone (il 90% del totale dei residenti) sono costrette a vivere in condizioni terribili. (Diocesi di MIlano)
« Il rischio della diffusione della polio a Gaza e oltre, in particolare nei paesi vicini, rimane alto» avverte Adele Khodr, direttrice regionale dell'Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, ricordando che dopo 25 anni in cui non ci sono stati casi, ora «dalle profondità delle acque reflue non trattate e delle macerie, la minaccia invisibile è tornata» e che «finora è stato confermato un caso di polio in un bambino di 11 mesi». (Corriere del Ticino)