Ultimatum di Unicredit a Commerzbank sulle nozze

La pazienza di Unicredit verso le intemperanze della tedesca Commerzbank a presentarsi all’altare ha un limite: entro un anno o si fa la fusione italo-tedesca oppure la partita è chiusa. Sono parole pesanti quelle pronunciate dall’amministratore delegato Andrea Orcel, anche perché poggiano ancora una volta su risultati in forte crescita e, soprattutto, su conti molto distanti da quelli della sua potenziale preda tedesca. (Nicola Porro)

Ne parlano anche altri media

Unicredit prova ancora a comprare Commerzbank, ma la banca tedesca continua a fare muro; il matrimonio tra i due colossi bancari deve ancora attendere, con la banca tedesca che ha annunciato il lancio di un programma di riacquisto di azioni per un valore di 600 milioni di euro, subito dopo la pubblicazione dei risultati trimestrali. (QuiFinanza)

La sinistra parla di flop, ignorando l’ingente flusso ottenuto dalla Stato a costo zero. (La Verità)

Unicredit avrà maggiori opportunità di farcela con Commerzbank o verrà risucchiata nella campagna elettorale tedesca? La prossima settimana nuovo vertice tra le due banche (FIRSTonline)

Utile netto in crescita per Commerzbank

Quando? Ci aspettiamo una decisione entro un anno». Dall'alto dei risultati record di Unicredit, il ceo Andrea Orcel mette in riga Commerzbank: «Non può essere un investimento per sempre, bisognerà primo o poi prendere una decisione se dentro o fuori. (il Giornale)

Quindi siamo davvero focalizzati sull’attuazione della nostra strategia”. – Commerzbank è focalizzata sull’attuazione della sua strategia da banca indipendente, ovviamente presta attenzione al nuovo quadro degli azionisti con il recente ingresso di UniCredit ma al momento su questo versante “non c’è nulla sul tavolo: non abbiamo ricevuto nessuna offerta e l’unico dialogo che abbiamo avuto finora è stato puramente un dialogo con gli investitori. (Agenzia askanews)

Nel complesso, il risultato operativo del terzo trimestre è stato di 886 milioni di euro. Tra gennaio e settembre è rimasto pressoché stabile a 2,8 miliardi. (Corriere del Ticino)