Putin: “Con i missili sulla Russia il conflitto in Ucraina è di carattere globale. Abbiamo il diritto di colpire chi ha fornito armi a Kiev”

Il discorso è rivolto alle forze armate russe, ma il destinatario è il mondo intero. Perché le parole pronunciate da Vladimir Putin in televisione sono il culmine di una escalation che negli ultimi due giorni ha raggiunto picchi mai visti. Ieri Kiev ha utilizzato per la prima volta un missile di fabbricazione inglese su territorio russo, oggi Mosca ha risposto sul campo (con un razzo ipersonico balistico) e soprattutto sul piano diplomatico. (Il Fatto Quotidiano)

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«Da questo momento il conflitto in Ucraina ha acquisito elementi di carattere globale». Lo ha dichiarato Vladimir Putin, certo del fatto che i missili a lungo raggio occidentali usati per colpire il territorio russo negli ultimi giorni «non possono essere manovrarti senza specialisti dei paesi in cui sono state prodotti». (il manifesto)

Il leader del Cremlino: "Potremmo colpire chi permette a Kiev di lanciare missili contro la Russia" (LAPRESSE)

. Con gli attacchi missilistici occidentali in Russia, il conflitto in Ucraina ha assunto un "carattere globale": lo ha detto Vladimir Putin in un discorso televisivo sulla situazione in Ucraina. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Putin: “Potremmo colpire i Paesi dei missili sparati contro di noi”

Il presidente russo rompe il silenzio degli ultimi giorni con un “videomessaggio speciale”, un discorso “d’emergenza” alla nazione trasmesso in tv a reti unificate alle 20, ora di Mosca. È seduto alla stessa scrivania da cui, il 24 febbraio del 2022,… (la Repubblica)

In grado, secondo Mosca, di viaggiare ad una velocità tale da eludere le tradizionali difese anti-aeree. È il missile balistico ipersonico Oreshnik, di medio raggio, ha annunciato Vladimir Putin. (ilmessaggero.it)

Il nuovo missile balistico a medio raggio si abbatte sull’Ucraina: l’Oreshnik, privo di testata nucleare, ha colpito il complesso militare industriale che si trova nei dintorni di Dnipro. Mosca risponde a Londra, Washington e Kiev (Il Fatto Quotidiano)