Il paradosso della memoria strabica
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Era il 27 gennaio 1945 quando i soldati della 60° divisione di fanteria dell’Armata rossa raggiunsero Auschwitz, nella Polonia meridionale. Primo Levi vi era stato deportato un anno prima: era lì, nel Lager di Buna-Monowitz, con gli altri sopravvissuti. «La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945. Fummo Charles ed io i primi a scorgerla: stavamo trasportando alla fossa comune il corpo di Sómogyi, il primo dei morti fra i nostri compagni di camera… Ci pareva, e così era, che il nulla pieno di morte in cui da dieci giorni ci aggiravamo come astri spenti avesse trovato un suo centro solido, un nucleo di condensazione: quattro uomini armati, ma non armati contro di noi; quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo. (il manifesto)
Su altri giornali
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato ad Auschwitz-Birkenau per partecipare alla commemorazione dell’80esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio. (B-Lab Live!)
Marian Turski, storico e giornalista polacco sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau, ha preso la parola per primo, davanti a un folto pubblico tra cui il presidente francese Emmanuel Macron, il capo dello Stato ucraino Volodymyr Zelensky, re Carlo III, il presidente Italiano Sergio Mattarella e anche il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. (Agenzia askanews)
“Ricorderemo sempre che è stato il soldato sovietico a schiacciare questo male terribile e totale e a ottenere una vittoria la cui grandezza rimarrà per sempre nella storia del mondo… Eppure, sottolinea Vladimir Putin, fu l’Armata Rossa a sconfiggere un “male terribile e totale”. (la Repubblica)
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arriva ad Auschwitz, in Polonia, per partecipare alla cerimonia in occasione dell'80esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio da parte delle truppe sovietiche. (Io Donna)
Roma, 27 gen. C'è invece il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. (Tiscali Notizie)
Non abbiamo paura di opporci alle teorie del complotto secondo cui tutto il male di questo mondo sarebbe il risultato di un complotto ordito da gruppi sociali indefiniti e gli ebrei vengono spesso menzionati come uno di questi», ha sottolineato ancora lo storico e giornalista polacco, facendo appello alla risoluzione dei conflitti. (Corriere del Ticino)