Appalti Asl truccati a Bari, 10 arresti

Appalti Asl truccati a Bari, 10 arresti
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INTERNO

Un terremoto giudiziario si è abbattuto sull'Azienda sanitaria locale di Bari, dove un'inchiesta ha fatto emergere un sistema di corruzione endemica e molto radicata. Durante le perquisizioni, la Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 300mila euro in contanti e 17 borse di alto valore. Il blitz, avvenuto questa mattina, ha portato all'arresto di 10 persone, di cui 6 in carcere e 4 ai domiciliari, mentre gli indagati in totale sono 17. Le accuse sono pesanti: associazione a delinquere, corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio e turbata libertà degli incanti per reati che sarebbero stati commessi contro la Pubblica amministrazione.

Il procuratore di Bari, Roberto Rossi, ha dichiarato che con la nuova disciplina sulle intercettazioni, questa indagine non si sarebbe potuta fare. Rossi ha criticato duramente i limiti alla durata delle intercettazioni imposti dal disegno di legge recentemente approvato dal Senato, sottolineando come tali restrizioni avrebbero impedito di scoprire il sistema corruttivo che inquinava gli appalti della sanità barese.

Gli investigatori hanno spiegato che tra i vari sistemi adottati dai pubblici ufficiali per occultare le illecite dazioni c'era anche quello di commissionare l'acquisto di oggetti di valore come gioielli e articoli di pelletteria griffati. Ad esempio, uno degli indagati, individuato in internet un articolo di suo interesse, ha fornito a un imprenditore indicazioni sulle modalità di acquisto on-line del bene, stampando la schermata con il codice di riferimento dell'articolo.

Il sistema delle tangenti, che avrebbe inquinato il mondo degli appalti della sanità barese, sarebbe passato anche da internet. Gli indagati, per evitare di essere scoperti, non utilizzavano cellulari e comunicavano tramite "pizzini", piccoli foglietti di carta.