Angelo Del Boca, partigiano e storico del colonialismo italiano
È necessario seguirli amorevolmente nella loro diffusione, quasi fossero (e forse lo sono) fragili creature”, scriveva nella sua autobiografia, intitolata Il mio Novecento e pubblicata nel 2008 da Neri Pozza, lo storico Angelo Del Boca, allora ottantatreenne.
Quello che voglio dire è che Angelo Del Boca questa cosa l'aveva capito benissimo, forse meglio di chiunque altro
Come storico del colonialismo italiano conoscevo benissimo le gesta di Hadj Mohamed Khalifa Fekini. (doppiozero)
Ne parlano anche altre testate
Dopo aver smesso i panni del giornalista, Del Boca si concentrò sullo studio del passato coloniale italiano e sulla campagna d'Africa di Benito Mussolini Vita e morte dell'ultimo re dei re e Gheddafi. (la Repubblica)
Del Boca ha infatti sempre dichiarato che "gli italiani non sono peggio degli altri. È morto oggi nella sua casa di Torino lo storico, partigiano e giornalista Angelo Del Boca, uno dei maggiori studiosi del colonialismo italiano. (Fanpage.it)
L'ultima impresa del colonialismo" (Longanesi, 2010); "Da Mussolini a Gheddafi: quaranta incontri" (Neri Pozza, 2012) Tra le sue numerose opere di Del Boca figurano: "La guerra d'Abissinia 1935-1941" (Feltrinelli, 1965); "Gli italiani in Africa orientale" (quattro volumi, Laterza, 1976-1984); "Gli italiani in Libia" (due volumi, Laterza, 1986); "L'Africa nella coscienza degli italiani. (La Stampa)
Fra le sue tantissime pubblicazioni, i quattro volumi de 'Gli italiani in Africa Orientale', i due de 'Gli Italiani in Libia' e le biografia di 'Hailé Selassié, e 'Gheddafi. Dirigeva la rivista di storia contemporanea "I sentieri della ricerca". (La Repubblica)
Del Boca, il maggiore storico del colonialismo italiano, è morto oggi, a 96 anni. Piangeva Angelo Del Boca, commosso da questo suo pensiero consegnato a Gad Lerner per il Memoriale digitale della Resistenza, su noipartigiani. (Il Fatto Quotidiano)
Senza i suoi libri probabilmente molti ignorerebbero quanto sia mal riposto il concetto di italiani brava gente. Ma una volta sulle Alpi nel 1944 disertò e si unì alla Resistenza, periodo feconda anche per quanto riguarda la produzione culturale. (Periodico Italiano)