L'editoriale/ La destra e la fine del cordone sanitario

È un vero peccato che la dott.ssa Boccia abbia scelto proprio questi giorni per attirare su di sé, e sulla sua vicenda con il ministro Sangiuliano, la vigile attenzione del sistema dei media. Avesse scelto un periodo più insignificante, forse oggi non ci sfuggirebbe quel che proprio in questi giorni sta accadendo nel cuore delle nostre democrazie, e segnatamente nei due paesi leader dell’Unione europea, ossia in Francia e Germania (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altri giornali

Agli inizi dello scorso mese di giugno, i giorni 8 e 9, si sono svolte le elezioni per il Consiglio Europeo che hanno dato alcuni importanti segnali per la politica, in particolare la debolezza della Francia di Macron per la crescita elevata per il partito della Le Pen, RN, che si è confermato il primo partito del paese con il 32% dei voti, mentre quello di Macron ha realizzato solo il 14,9% dei voti con una variazione di quasi 17 punti in percentuale; Macron ha immediatamente convocato le elezioni nazionali per ridurre il potere contrattuale della Le Pen. (Teleborsa)

Lo spettro che si aggira per l’Europa, se volessimo riutilizzare una famosa frase di Marx, è il disorientamento delle opinioni pubbliche di fronte a quanto sta avvenendo e alle trasformazioni in corso. (ilmessaggero.it)

E come sempre avviene quando un rivale minaccia le tue posizioni, si finisce con l’adottarne un po’ le strategie e con il cercare punti d’incontro, nella speranza di riuscire a normalizzare e a tenere a bada il nemico. (ilmessaggero.it)

La perfida rivincita di Meloni su Scholz A meno di tre mesi dalle preoccupazioni espresse dal cancelliere tedesco Olaf Scholz dopo le elezioni europee per il perdurante primato elettorale della destra in Italia, e dall’azione da lui svolta col presidente francese Emmanuel Macron per tenerla nell’angolo nella gestione dell’Unione, Giorgia Meloni si è presa la sua rivincita. (Start Magazine)

Agli inizi dello scorso mese di giugno, i giorni 8 e 9, si sono svolte le elezioni per il Consiglio europeo che hanno dato alcuni importanti segnali per la politica, in particolare la debolezza della Francia di Emmanuel Macron per la crescita elevata per il partito della Le Pen, Rassemblement national, che si è confermato il primo partito del Paese con il 32 per cento dei voti – mentre quello di Macron ha realizzato solo il 14,9 per cento dei voti, con una variazione di quasi 17 punti in percentuale. (opinione.it)

Sorto in apparenza quasi dal niente, il “macronismo” si è identificato con la candidatura all’Eliseo, l’anno è il 2017, del giovane tecnocrate Emmanuel, brillante oratore e dinamica immagine della nuova Francia. (L'HuffPost)