Monetizzazione ferie non godute nel pubblico impiego: chiarimenti dalla Cassazione

Con l’ordinanza 14083/2024, la Sezione Lavoro della Cassazione si è pronunciata nuovamente sulla monetizzazione delle ferie non godute nel pubblico impiego: ecco quali sono le conclusioni emerse. La sentenza della Corte di Cassazione analizza un caso rilevante per il pubblico impiego, con particolare riferimento al diritto all’indennità sostitutiva per ferie non godute. Il ricorso è stato presentato da un dipendente pubblico che, collocato a riposo per inabilità permanente dal 1º febbraio 2017, ha richiesto al Tribunale di Agrigento il pagamento di oltre 41.000 euro, corrispondenti a 178 giorni di ferie non utilizzati tra il 1998 e il 2007 (lentepubblica.it)

La notizia riportata su altre testate

In una decisione che potrebbe ritenersi epocale e scuotere il mondo del lavoro, la Cassazione ha sancito per la prima volta il diritto dei lavoratori a ricevere i buoni pasto anche durante le ferie. Con l’ordinanza 25840/2024, la Corte ha confermato una sentenza che rischia di aprire la strada a una valanga di richieste da parte di dipendenti che non hanno ricevuto il ticket mensa nei periodi di riposo. (La Legge per Tutti)

Questo verdetto si basa sull’interpretazione dell'articolo 7 della direttiva europea 88/2003, che sottolinea l’importanza di mantenere la retribuzione durante le ferie annuali, al fine di garantire il diritto al riposo effettivo. (SILP CGIL)

La decisione, in linea con un principio già affermato dalla Corte di Giustizia Europea, ribadisce che la retribuzione durante le ferie deve includere tutti i benefici economici normalmente previsti durante lo svolgimento delle mansioni lavorative, come indennità varie e, appunto, i buoni pasto, spesso insufficienti per i dipendenti. (lentepubblica.it)

Cassazione: le indennità perequative e i buoni mensa di infermieri e oss devono essere inclusi nella retribuzione delle ferie

Fino ad oggi i ticket mensa non venivano erogati ai lavoratori in vacanza, ma con l’ordinanza 25840/2024 emessa dalla Corte si apre la strada, potenzialmente, a una serie di ricorsi. Perché i buoni pasto non venivano erogati in ferie Fra le voci che compongono la busta paga, il buono pasto è sempre stato escluso dalla retribuzione feriale perché ritenuto estraneo agli elementi retributivi ordinari. (QuiFinanza)

La decisione respinge il ricorso di un Ente pubblico contro la sentenza della Corte d’Appello di Napoli, che aveva già sancito l’obbligo di considerare queste voci nella retribuzione feriale, garantendo ai dipendenti un trattamento economico equivalente a quello percepito nei periodi di attività lavorativa. (Nurse Times)