Conti violati, in arrivo altre denunce. Intesa indagata: «Ma noi parte lesa»

Adesso altri clienti di Intesa San Paolo, che hanno scoperto di essere stati vittime delle intrusioni di Vincenzo Coviello su depositi e movimentazioni delle loro carte di credito, sono pronti a presentare denuncia. Degli otto correntisti, i più bersagliati, avvisati dalla banca, soltanto uno, Antonio Moschetta si era rivolto ai carabinieri lo scorso 22 luglio, facendo partire l’inchiesta della procura di Bari (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altre testate

Minuto per la lettura Oltre all’ex dipendente, anche la banca Intesa Sanpaolo è indagata per aver permesso accessi abusivi bancari ai conti di migliaia di clienti, tra cui la premier Giorgia Meloni. (Quotidiano del Sud)

Gli inquirenti hanno formalmente iscritto la banca nella quale lavorava Vincenzo Coviello nel registro degli indagati: avrebbe infatti violato la legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, non segnalando tempestivamente agli inquirenti gli accessi abusivi. (Sky Tg24 )

Se infatti si stesse riferendo a chi vuole mandarla via da Palazzo Chigi e sostituirla con un altro governo, la premier non userebbe espressioni, cito testualmente, “In Italia esistono gruppi di pressione che non accettano che al governo ci sia qualcuno che non si fa ricattare”, né avrebbe detto in tempi non sospetti quando non era ancora diventata primo ministro che lei non è ricattabile. (Corriere TV)

Paolo Mieli sui dossier di Bitonto: "Tanti file per coprire i veri target, una spia agisce così" (video)

La procura affiderà l'incarico ai tecnici per ricostruire tempi, modalità e tipologia degli accessi ai dati riservati della banca, ma anche eventuali contatti che l'ex dipendente di Intesa Sanpaolo potrebbe avere avuto prima o dopo ogni accesso. (Sky Tg24 )

Vincenzo Coviello tiene la barra dritta sulla sua linea difensiva e respinge ancora le accuse di dossieraggio lanciate da Giorgia Meloni. (Virgilio Notizie)

Il bancario spione di Bitonto che compulsava freneticamente migliaia di file, mischiando leader politici a personaggi del mondo dello spettacolo, incrociando il presidente del Consiglio e sua sorella con il cantante Al Bano e i conti giacenti del defunto Maradona non ha convinto Paolo Mieli. (Secolo d'Italia)