Fitto nella Commissione europea, una vittoria per Meloni
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Il recente voto sulla Commissione europea ha portato a una significativa vittoria politica per Giorgia Meloni, che ha ottenuto l'ingresso di Raffaele Fitto come commissario e vicepresidente. Questo risultato, frutto di un lungo e complesso negoziato, ha permesso alla premier italiana di dimostrare che la sua scelta di non sostenere Ursula von der Leyen in estate non ha isolato l'Italia da Bruxelles. Anzi, la prossima settimana, a Strasburgo, il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) voterà compatto per la nuova Commissione, mentre la coalizione di sinistra in Italia si dividerà, con Verdi e Cinque Stelle che hanno già annunciato il loro voto contrario a Fitto.
La strategia di Meloni, che ha saputo sfruttare il cambiamento dello scenario internazionale, è stata decisiva. Il recente shock del voto americano e il trionfo del movimento MAGA hanno creato un contesto favorevole per l'Italia, che ha potuto far pesare il contributo futuro dei Conservatori europei. Meloni ha coltivato rapporti diretti con i nuovi protagonisti della scena internazionale, dedicando centinaia di ore a incontri bilaterali e vertici internazionali, e ha saputo sfruttare la presidenza del G7 per rafforzare la sua posizione.
Nel frattempo, in Italia, il Partito Democratico ha cercato di sabotare la nomina di Fitto, ma la loro strategia si è rivelata autolesionista. La premier ha saputo mantenere la distanza dalla vecchia "maggioranza Ursula" e ha condotto un duro negoziato, dimostrando una profonda conoscenza della nuova mappa globale che sta emergendo. Questo successo politico rafforza il ruolo di Meloni e consolida l'egemonia del Partito Popolare Europeo (PPE) di Manfred Weber, creando un nuovo asse con i conservatori su temi cruciali come l'immigrazione, l'industria e l'ambiente.
In un contesto internazionale in rapido cambiamento, la capacità di Meloni di navigare tra le complesse dinamiche politiche europee e globali si è rivelata vincente.