Le responsabilità di Netanyahu sono la sua ombra (di A. De Girolamo, E. Catassi)
La fragile tregua in Libano ha messo in secondo piano la notizia che la Corte distrettuale di Gerusalemme ha concesso, dopo reiterate richieste (tutte respinte), un rinvio di 8 giorni al primo ministro Benjamin Netanyahu. Accettando in parte l'istanza della difesa di posticipare di 15 giorni l'audizione in tribunale - nei tre casi di frode, abuso d'ufficio e corruzione per cui è a processo - riconoscendo la motivazione degli impegni del premier nei conflitti di Gaza e Libano. (L'HuffPost)
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Se in un primo momento l’unico paese mediatore e garante dell’intesa alla base del cessate il fuoco tra Israele e Libano dovevano essere gli Stati Uniti, Emmanuel Macron è riuscito a ritagliare un ruolo di primo piano anche per la Francia. (Il Fatto Quotidiano)
Il 21 novembre 2024, la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo militare di Hamas Mohammad Diab Ibrahim al-Masri. (Notizie Geopolitiche)
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«La Cpi non ha giurisdizione su Israele, deve essere un tribunale dello Stato a giudicare l’operato del governo, e questo avverrà sicuramente ma a guerra terminata». Dershowitz, professore di legge di Harvard, giù legale di Donald Trump e adesso pronto a difendere il premier Benjamin Netanyahu dal mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale per crimin… (La Stampa)
Lo schiaffo di Anagni è più una carezza per Benjamin Netanyahu. Cinque righe nel comunicato finale dei ministri raccontano la difficile trattativa andata in scena dietro le quinte del summit nel cuore della Ciociaria, tra Fiuggi e Anagni, con la regia di Antonio Tajani. (ilmessaggero.it)
Una richiesta che, secondo Tel Aviv, denota un presunto “antisemitismo” da parte dei giudici, sebbene riguardi anche il leader di Hamas, Mohammed Deif, che sarebbe stato ucciso dall’esercito israeliano durante un raid a luglio, e altri suoi sottoposti. (LA NOTIZIA)