L’autonomia differenziata e gli apprendisti stregoni

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
articolo21 INTERNO

Come è potuto accadere che le pulsioni secessioniste teorizzate da Gianfranco Miglio e poste da Umberto Bossi al cuore della proposta politica della Lega Nord nei primi anni ’90 siano diventate legge dello Stato approvata nello scorso giugno (Legge sull’autonomia differenziata del 26 giugno 2024 n.86)? Il costituzionalista Francesco Pallante lo spiega in un agile saggio Spezzare l’Italia. Le regioni come minaccia all’unità del Paese, Einaudi, Torino, 2024 che è una profonda e documentata riflessione sulle incongruenze giuridiche e sulle irregolarità procedurali, sulle incompatibilità costituzionali e sulle prevedibili gravissime ricadute nella vita di tutti noi della realizzazione di quella legge, fautrice di un drastico mutamento negli assetti del Paese. (articolo21)

Ne parlano anche altre fonti

«Siamo qui per fermare questa riforma insensata che rischia di spaccare il Paese». «In Sicilia - ha aggiunto - una sorta di autonomia differenziata l’abbiamo già sperimentata e abbiamo visto che non ha fatto bene alla Regione. (Giornale di Sicilia)

Ritiene possibile ora “contagiare” tanto il blocco del Nord quanto parte dell'opinione pubblica di centrodestra? «La raccolta firme, sia sulla piattaforma digitale, sia in presenza ai tanti gazebo in tutta Italia, sta andando benissimo. (quotidianodipuglia.it)

“Firmare per cancellare una legge fondamentalmente sbagliata è molto importante – scrivono -. È altresì fondamentale informarsi presso i nostri banchetti su cosa comporterebbe per la nostra Nazione l’applicazione di questa legge. (Estense.com)

“Ho appena firmato contro alla legge “spacca Italia”sull’autonomia differenziata voluta dal governo. (Agenda Politica)

Il referendum contro la riforma Calderoli? «Un errore strategico. Così passa l'idea che noi siamo contro l'Autonomia differenziata: al voto, la scelta sarà tra chi vuole il centralismo e chi l'autonomia. (il Giornale)

Il 31 luglio scorso, a pochi giorni dalla partenza della campagna, era già stato annunciato il raggiungimento della soglia di 500mila nomi (tra carta e web). Mentre si attendono ancora le cifre dai banchetti, il comitato ha diffuso i numeri delle sottoscrizioni online: “Alle 15 del 9 agosto”, scrive su Facebook il Coordinamento per la democrazia costituzionale, “le firme sono 477.717, pari al 95,5% dell’obiettivo”. (Il Fatto Quotidiano)