Morta a 22 anni per rifarsi il naso. Due medici indagati, mancano i referti

Ventiduenne morta dopo un intervento al naso a Roma, indagati due medici. L’inchiesta procede spedita e il pm Erminio Amalio, che ha già aperto un fascicolo per omicidio colposo, dispone il sequestro dello studio medico all’Eur che Agata Margaret Spada aveva scelto grazie a un’inserzione sponsorizzata su Tik Tok. Gli investigatori sequestrano anche la cartella clinica all’ospedale Sant’Eugenio dove la ragazza era stata portata in gravissime condizioni ed è deceduta il 7 novembre, dopo tre giorni di agonia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La notizia riportata su altri media

La Procura della Capitale ha iscritto nel registro due medici, padre e figlio, titolari dell’ambulatorio: a quanto si apprende, dalla perquisizione effettuata nella struttura non è emerso alcun documento relativo all’operazione, compresa la dichiarazione obbligatoria di consenso informato che la giovane avrebbe dovuto sottoscrivere. (Il Fatto Quotidiano)

Invece no. Si è sentita male nella sala operatoria a Roma del dottore che aveva trovato tramite la piattaforma social, dopo l'anestesia. (Today.it)

Per i due potrebbero scattare altre accuse, anche profili amministrativi, relativi alla struttura dove è avvenuto il fatto e alle procedure utilizzate per effettuare l'intervento. (Tiscali Notizie)

Margaret Spada morta a 22 anni durante la rinoplastica. Nello studio medico l’avviso di sequestro coperto con un cartello: "Lavori in corso"

Mentre lo studio medico è stato sequestrato dai carabinieri del Nas, la lente di ingrandimento è puntata su Marco Antonio Procopio (32 anni), il medico chirurgo che doveva operare Spada. La 22enne ha perso la vita in seguito all’anestesia somministrata all’interno di uno studio gestito da padre e figlio. (Virgilio Notizie)

Nato in Brasile, 32 anni, Marco Antonio Procopio è il medico chirurgo che doveva operare la 22enne Margaret Spada, originaria del Siracusano, morta prima di un intervento di rinoplastica in un ambulatorio di un centro medico della Capitale, in zona Eur (ilmessaggero.it)

«Lavorano qui da anni» ma fuori, fra i citofoni delle due scale del condominio e sul cancello in ferro verniciato di verde che chiede manutenzione, a parte il nome che potrebbe valere quanto quello di un comune residente, nessuna targa è lì apposta a spiegare quello che in molti vedevano e sapevano ovvero l’esistenza di un ambulatorio di medicina estetica. (ilgazzettino.it)