Abuso di posizione dominante: confermata l’ammenda inflitta dalla Commissione UE

La Corte di Giustizia UE, con la sentenza del 24 ottobre 2024 nella causa C-240/22, conferma l'annullamento, da parte del Tribunale, della decisione della Commissione europea che constata un abuso di posizione dominante da parte di Intel e che le infligge un'ammenda di 1,06 miliardi di euro. La Corte conferma che spetta al Tribunale esaminare qualsiasi argomento diretto a mettere in discussione le valutazioni della Commissione e idoneo a invalidare le conclusioni cui essa è giunta al termine di tale test. (Ipsoa)

Su altri giornali

Grandi notizie per Intel: la Corte di giustizia europea ha respinto definitivamente l'appello della Commissione UE contro Intel, confermando l'annullamento della multa da 1,06 miliardi di euro inflitta nel 2009 per abuso di posizione dominante (Tom's Hardware Italia)

mercato dei microprocessori x86 concedendo, in particolare, sconti di fedeltà ai suoi clienti nonché a un distributore di computer fissi. (EuNews)

La Corte di Giustizia dell’UE ha stabilito che la Commissione Europea, autorità di regolamentazione della concorrenza, non è riuscita a dimostrare che Intel abbia offerto sconti illegali ai produttori di PC che sceglievano di acquistare la maggior parte dei loro chip dall’azienda statunitense. (macitynet.it)

Intel, stop definitivo alla multa Ue da 1,06 miliardi dopo 15 anni

La Corte di Giustizia Europea ha infatti annullato una multa da 1,06 miliardi di euro comminata dall'UE. L'accusa era di aver utilizzato pratiche commerciali sleali per escludere dal mercato il suo principale concorrente, AMD. (Multiplayer.it)

La decisione annullata Con la sentenza sulla causa C-240/22 - ha confermato l’annullamento, da parte del Tribunale, della decisione della Commissione che constatava un abuso di posizione dominante da parte di Intel e che le infliggeva un’ammenda di 1,06 miliardi di euro. (NT+ Diritto)

Si conclude così un confronto, andato avanti per oltre 15 anni, tra il produttore di chip statunitense e le autorità di regolamentazione dell’Ue, secondo le quali il colosso aveva cercato di ostacolare un concorrente. (CorCom)