Dal lockdown danni per 40 milioni di euro per 1618 pasticcerie piemontesi

Secondo Confartigianato, lo stop alla produzione e vendita delle pasticcerie rappresenta un’assurda discriminazione rispetto ai negozi e alla grande distribuzione, ai quali è invece permessa la commercializzazione di prodotti dolciari.

Il lockdown di colombe, uova e dolci tipici pasquali determina in Piemonte perdite per 40 milioni di euro in un mese, che si scaricano su circa 1.600 pasticcerie e gelaterie, di cui 1.200 sono imprese artigiane, circa il 76% del settore. (newsbiella.it)

Su altre fonti

Il centro di raccolta è stato la Confcommercio dove, presso la sede di via Nicola Pisano, martedì 7 aprile sono state consegnate uova e colombe. Come ogni anno, gli "artisti" della Pasqua si sono dati da fare per incantare con uova di cioccolato scultoree e fragranti colombe pasquali. (AndriaViva)

E’ questa l’amara Pasqua dei pasticceri anche in Sardegna, fermati dal Coronavirus ma anche da burocrazia e regole incomprensibili. E’ del tutto evidente come il commercio di prodotti delle attività, giustamente lasciate aperte, sia sovrapponibile a quelle delle pasticcerie artigianali. (Gallura Oggi)

Bar Gabè, Bar Negrita, Caffetteria Baretto, Golosia, Bar Alexander, Pasticceria Mont Blanc, Bar Lattemiele, Bar De Lucia, Vero Caffè, Bar Marinacci, Caffè La Diva, UnipolSai di Leonardo Sansonne, Sfizierie e Caffè Astoria. (AndriaLive)

L’apertura al pubblico è limitata solo alle pasticcerie con codice Ateco 47.24.20 (commercio di generi di pasticceria), sia come principale che secondario. Devi attivare javascript per riprodurre il video. (PadovaOggi)

A sostenerlo è Confartigianato imprese Lecce, che sta valutando il peso della chiusura delle attività sulla competitività del sistema delle micro e piccole che realizzano un prodotto di pasticceria artigianale di elevata qualità. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Merce che deperisce e ordini annullati: l’amara Pasqua dei pasticceri artigiani della Sardegna fermati da virus e burocrazia. La rabbia delle 774 imprese sarde del settore e quasi 2mila addetti: “Siamo discriminati e in ginocchio: fateci lavorare”. (Casteddu on Line)