Hiv, le quattro strategie su cui lavorano gli scienziati per avvicinarsi a una cura. Il vaccino resta un obiettivo mancato
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Siamo vicini a una cura. È un ritornello che sentiamo ripetere ormai da decenni e che, fino ad oggi, non si è tradotto in nulla di concreto. La verità, però, è che gli scienziati ci stanno lavorando senza mai arrendersi. Molti e diversi gli approcci allo studio, la maggior parte dei quali condividono uno stesso obiettivo: eliminare il virus nascosto nel DNA delle nostre cellule. Perché se i trattamenti antiretrovirali riescono a bloccare la moltiplicazione dell’HIV – quindi la progressione verso lo stadio dell’AIDS e le sue complicanze – non riescono ad eliminare l’intruso che si rifugia nelle “cellule serbatoio” sparse nel corpo. (Il Fatto Quotidiano)
Su altre testate
L’infezione da l'Hiv continua a rappresentare ancora oggi, anche in Italia, una sfida importante. É necessario promuovere l’accesso al test, favorire la prevenzione dell’infezione da Hiv e delle malattie sessualmente trasmesse, assicurare a tutte le persone che vivono con l’infezione terapie efficaci ben tollerate nel tempo ed esplorare possibili percorsi di cura definitiva. (Adnkronos)
(Adnkronos) – “Le terapie long acting rappresentano una grossa svolta su tantissimi aspetti, sia terapeutici che psicologici, dell’approccio alla terapia di una persona che vive con Hiv. Il fatto di passare dal paradigma della pastiglia tutti i giorni alla somministrazione ogni 2 mesi in ospedale ha delle conseguenze in termini di accettazione e di maggior aderenza alla terapia”. (OglioPoNews)
Più di 70mila casi e quasi 50mila morti dagli anni '80 a oggi. Sono i numeri drammatici dell'epidemia da AIDS. (Prima la Martesana)
Oggi l’Aids è una malattia gestibile, serve conoscerla e monitorarsi” “Gran parte del problema sta nello stigma e nella criminalizzazione delle persone con Hiv. (Sky Tg24 )
Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità nel 41% sono diagnosi tardive, con un quadro clinico già conclamato, ed è ipotizzato anche un 40% di sommerso. (IL GIORNO)
Il Lenacapavir, un farmaco antivirale a lunga durata d'azione da iniettare due volte all'anno, permette di abbattere del 96% il rischio di contrarre l'HIV, il virus che provoca l'AIDS. Offre una protezione ancora più efficace di quella garantita dalla PrEP, la profilassi pre-esposizione che consiste nell'assunzione orale giornaliera di farmaci anti-HIV da parte di persone HIV-negative a rischio di contrarre l'infezione. (Focus)