“Il ragazzo dai pantaloni rosa”, perché un film sull’omofobia non può essere visto a scuola?
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C’è un gran parlare del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa“: la pellicola di Margherita Ferri, presentata alla Festa del Cinema di Roma lo scorso 24 ottobre, è tratta dal romanzo autobiografico di Teresa Manes, la madre di Andrea Spezzacatena, lo studente 15enne del liceo Cavour di Roma, vittima di bullismo e cyberbullismo, che nel novembre del 2012 si tolse la vita. Già la presentazione della vera storia non è andata benissimo: più di qualche studente presente in platea frequentante gli istituti romani ha espresso commenti omofobici. (Tecnica della Scuola)
Ne parlano anche altre testate
Arrestiamo la stupidità degli adolescenti? (Start Magazine)
Andrea ha quindici anni quando decide di uccidersi. La mamma di Andrea, Teresa, scopre dopo la morte del figlio di quei ragazzi che gli hanno rovinato la vita al punto di spingerlo a distruggerla. (il Giornale)
«Un film non ha mai ucciso nessuno, l'omofobia sì». (La Tribuna di Treviso)
Sul caso è intervenuto anche il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara. (Fanpage.it)
Ancora: pochi giorni fa, stanco di su bire prepotenze e ricatti, Leonardo Calcina, 15 anni, si è ucciso a Senigallia. (ilmessaggero.it)
“Il ragazzo dai pantaloni rosa”, genitori di una scuola di Treviso si oppongono alla proiezione del film Di (Orizzonte Scuola)