Perché anche l'Economist pizzica Milei

Perché anche l’Economist pizzica Milei L’Economist ha invitato il presidente argentino Milei a moderare i toni della sua incessante polemica per favorire una stabilizzazione economica, ma senza successo. L'articolo di Livio Zanotti, autore de Ildiavolononmuoremai. “Mi-Ley”, così – con un gioco di parole -, numerosi media hanno ribattezzato la legge-Base formulata fin dal primo giorno di governo come una delega di poteri personali al capo dello stato e approvata dal Congresso argentino dopo 6 mesi di dibattiti, intrighi e accordi con parte dell’opposizione in una versione letteralmente dimezzata. (Start Magazine)

Su altri giornali

E così su Il Fatto si parla di «macelleria sociale», mentre su Il Manifesto leggiamo «come i nuovi desaparecidos siano rappresentati oggi dai lavoratori licenziati». Aspettiamoci presto altri commenti di questo tenore, dato che Milei sta per tagliare la tassazione e per farlo deve ridimensionare la funzione pubblica. (il Giornale)

Il primo luglio, a Buenos Aires, l’invito a manifestare per difendere i siti dedicati alla memoria della dittatura argentina, dopo la notizia di 700 nuovi licenziamenti tra i lavoratori della Segreteria per i Diritti Umani. (Valigia Blu)

Come vedono Javier Milei in Argentina e nel mondo dopo 6 mesi di Governo

Il governo argentino è riuscito a far approvare dal parlamento la Ley de Bases e il pacchetto fiscale proposti dal presidente all’inizio del suo mandato. (Fanpage.it)

Vediamo: Milei ha vinto le elezioni, promettendo di distruggere l’inflazione. (L'Opinione delle Libertà)