I “falchi” in trappola caduti sulle loro regole
La battuta sarebbe pure semplice. Tagliare la spesa è facile. Se è quella degli altri. La questione però è molto più seria e complessa. Alla loro prima applicazione le regole del nuovo Patto di stabilità europeo si stanno rivelando indigeste soprattutto per quei Paesi che più hanno spinto per introdurre rigide misure di controllo dei conti pubblici. Quel club di Stati che, giornalisticamente parlando, viene solitamente indicato come dei “falchi”. (ilmessaggero.it)
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Le misure inserite dal ministro Giancarlo Giorgetti nel piano strutturale di bilancio (Psb), per l'esecutivo comunitario soddisfano i requisiti per giustificare un'estensione a sette anni. La Commissione europea elogia l'Italia e il suo governo per la capacità di mettere insieme una legge di bilancio per il 2025 in linea con le raccomandazioni e un piano pluriennale di rientro del debito «credibile e sostenibile» che rispetta i paletti del nuovo piano di stabilità. (il Giornale)
Procederemo, come fatto finora, silenziosamente e sobriamente». Questo il commento asciutto e per nulla trionfalistico del ministro dell’Economia alla promozione a pieni voti da parte di Bruxelles della manovra italiana. (Liberoquotidiano.it)
Cattive notizie per l'Olanda - che sovente punzecchia Roma - ma stavolta “non è in linea con le raccomandazioni”. C'è anche l’Italia tra gli otto Stati "considerati in linea con le raccomandazioni di bilancio”, insieme a Grecia, Cipro, Lettonia, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Francia. (LA STAMPA Finanza)
Italia promossa a pieni voti, Germania rimandata e Paesi Bassi bocciati. La prova d’esame è quella, duplice, dei conti pubblici: non solo i Documenti programmatici di bilancio (Dpb) per il 2025 ma, per la prima volta, pure i Piani strutturali di spesa (Psb) a medio termine introdotti dal nuovo Patto di stabilità. (ilmessaggero.it)
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) – Martedì 26 novembre 2024 (agenzia giornalistica opinione)