Sciopero scuola, scontro politico sulla protesta. Bucalo (FdI): “La scarsa partecipazione è segno di approvazione della nostra politica”. L’opposizione risponde: “Tagli e scelte irresponsabili, volete smantellare la scuola”
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Sciopero scuola, scontro politico sulla protesta. Bucalo (FdI): “La scarsa partecipazione è segno di approvazione della nostra politica”. L’opposizione risponde: “Tagli e scelte irresponsabili, volete smantellare la scuola” Di Il 31 ottobre è stato il giorno dello sciopero indetto dalla Flc Cgil. Docenti e personale ATA hanno manifestato a Roma, davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito, per protestare contro la Legge di Bilancio 2025. (Orizzonte Scuola)
Ne parlano anche altre testate
– L’Università di Pisa scende in piazza contro i tagli. “Per il nostro ateneo si tratta di un taglio veramente pesante: benché sia formalmente quantificato in circa 7 milioni di euro, di fatto corrisponde a più del doppio per la revisione dell’impostazione di alcune voci contabili. (LA NAZIONE)
É stata di circa il 5% l'adesione nazionale allo sciopero del comparto istruzione che si è tenuto ieri. (Il Sole 24 ORE)
Sciopero e sit-in della Flc Cgil per protestare contro la precarietà lavorativa, i salari troppo bassi e i rischi legati alla regionalizzazione dell’istruzione (Corriere Delle Alpi)
È l’unica della sua scuola ad avere le chiavi del plesso, la sua decisione di non aprire ha permesso di manifestare anche agli insegnanti precari che temevano ritorsioni. (il manifesto)
“Siamo qui per dire no al taglio dei salari che vuole il governo, per chiedere politiche diverse per il welfare pubblico perché siamo convinti che senza investimenti su scuola, sanità e sul futuro delle nuove generazioni non c’è futuro per il nostro Paese”. (FLC CGIL)
A Teramo un gruppo di iscritti si è riunito in presidio sotto la Prefettura in largo San Matteo. La segretaria generale Flc Cgil Teramo, Alessandra Palombaro, ha evidenziato le ragioni della protesta: dall’adeguamento salariale («in Italia gli stipendi sono i più bassi d’Europa e, rispetto ai lavoratori della funzione pubblica, a parità di titolo di studio, il divario è di circa 6.500 euro»), all’autonomia differenziata che crea disparità fra le regioni, alla diffusa condizione di precariato. (Il Centro)