Schlein non molla sul no al riarmo: vuole piegare la minoranza Pd (di A. Raimo)
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Elly Schlein non cede. Al Pd che domani riunirà i gruppi parlamentari proporrà una posizione che dice: “Il Pd è per la difesa comune europea. Non per il riarmo nazionale. Il piano von der Leyen è sbagliato”. Il presidente dei senatori dem, Francesco Boccia, interpellato dall’Huffpost, spiega: “La linea è quella della segretaria, non &egra… (L'HuffPost)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Ciònonostante – dal filosofo fino all'operaio - nessuno che faccia un'onesta e sincera autocritica. Da sempre, in Italia soprattutto, dove non esiste un sentimento nazionale (forse per fortuna), la gente vuole indossare i simboli di ciò in cui crede, i colori del proprio tifo, vuole dividersi in contrade, sette, tifoserie, fazioni. (Il Giornale d'Italia)
In particolare sul voto al piano europeo che prevedeva, tra le altre cose, il riarmo. Da giorni a capo della fronda "anti-Schlein", l'eurodeputata non ha nascosto un certo malcontento sulla posizione della leader dem. (Liberoquotidiano.it)
Il Pd va verso una risoluzione condivisa, oggi al Senato e domani alla Camera dopo le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del consiglio europeo su Ucraina e riarmo Ue. . (Tiscali Notizie)
Massimo Aurioso Piombino (il Giornale)
Siamo però contro il riarmo degli Stati nazionali. "Il Partito Democratico è per l'Europa federale e siamo per la difesa comune. (Corriere TV)
Dopo la votazione al Parlamento europeo sul Libro bianco della difesa, in vista della quale il Pd aveva faticosamente trovato una sintesi nell'astensione fra il "no" dell'ala più radicale e il "sì" di quella riformista (e che invece ha prodotto, al momento del voto, la sostanziale parità fra i "sì" e l'astensione) si è svolta la riuscitissima manifestazione per l'Europa (alla quale hanno partecipato esponenti anche di altri partiti di centrosinistra, quindi il panorama delle posizioni dei democratici e dei loro alleati su pace e riarmo - pentastellati esclusi, perchè erano assenti - è stato rappresentato in modo piuttosto vasto); al di sopra di tutto questo c'è la spada di Damocle di ciò che potrà accadere domani in Senato e il giorno dopo alla Camera, quando si voteranno le mozioni sulle comunicazioni della Meloni in merito al Consiglio europeo del 20-21 marzo. (Gazzetta di Parma)