Caso Pedretti, i risultati dell'autopsia: confermato l'annegamento
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Giovanna Pedretti, la ristoratrice e titolare della pizzeria Le Vignole a Sant'Angelo Lodigiano, in provincia di Lodi, trovata senza vita la scorsa domenica, sarebbe morta per annegamento. I risultati preliminari dell'autopsia sembrano escludere che i segni che mostrava su gambe e braccia possano essere stati la causa del decesso perché molto superficiali. L'autopsia, disposta dalla Procura di Lodi, è stata eseguita nell'Istituto di medicina legale di Pavia (TGR Lombardia)
Se ne è parlato anche su altri media
La ristoratrice era stata travolta dai dubbi sulla veridicità di una recensione a cui lei aveva risposto e dove un utente mostrava fastidio per la presenza nel suo locale, "Le Vignole", di gay e di un ragazzo disabile. (corriereadriatico.it)
Vero o falsa che fosse la tragica recensione antigay e anti disabili di un presunto commensale della pizzeria “Le Vignole” di Sant’Angelo Lodigiano, sicuramente quel testo rispecchiava il carattere della proprietaria, Giovanna Pedretti. (Open)
La procura della Repubblica di Lodi ha dato il nulla osta questa mattina per la restituzione ai familiari della salma di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di 59 anni trovata morta domenica scorsa nel Lambro a Sant’Angelo Lodigiano, si ritiene a seguito di un tragico gesto dopo aver subito due giorni di polemiche e attacchi su social e alcuni mass media per aver rilanciato su Facebook una recensione al suo ristorante che potrebbe essere stata falsa, in ipotesi per far conoscere ancora di più il suo locale come un ambiente in cui non si deve discriminare nessuno. (Il Cittadino)
La Procura di Pavia vuole fare piena luce sul tragico incidente occorso il 6 gennaio scorso, alle 20.30, a Verzate Fumo, frazione del comune di Torricella Verzate, e costato la vita ad una appena cinquantanovenne di Casteggio, Maria Filia. (Sardegna Reporter)
Non aveva ammesso nessuna "truffa" o "inganno" sulla recensione omofoba e razzista. (Secolo d'Italia)
Il quaderno delle prenotazioni, gli scontrini dei pranzi e delle cene, i filmati della telecamera sopra l’ingresso. Se davvero esiste il cliente autore della recensione contro gay e disabili, come raccontato da Giovanna Pedretti nell’unica versione ufficiale (la deposizione in caserma resa da persona informata sui fatti), allora gli investigatori lo troveranno. (Corriere Milano)