Salta la prima nomina di Trump: Gaetz non sarà ministro della Giustizia. Lascia il capo della Sec nemico delle cripto
Passo indietro di Matt Gaetz, che Donald Trump aveva nominato alla guida del Dipartimento di Giustizia della prossima amministrazione. Ad annunciarlo è lo stesso Gaetz su X. «Nonostante il forte entusiasmo, è chiaro che la mia conferma stava ingiustamente diventando una distrazione dal lavoro cruciale per la transizione Trump/Vance», ha scritto, parlando di incontri eccellenti con i senatori e di incredibile supporto di tanti. (La Stampa)
Su altre fonti
Trump non avrebbe al momento nessuno da nominare come ministro della Giustizia, il dicastero che ritiene più importante in tutta l'amministrazione. La nuova nomina da effettuare va così a complicare il lavoro per la composizione della squadra di governo e quello per la difesa delle scelte effettuate. (Corriere del Ticino)
Archiviata la "candidatura" Gaetz, costretto al ritiro dopo essere stato travolto da uno scandalo sessuale, il presidente eletto Donald Trump estrae dal mazzo la carta di un’altra fedelissima: sarà Pam Bondi la prossima ministra della Giustizia Usa. (Avvenire)
Pam Bondi, chi è la nuova Ministra della Giustizia Usa Pam Bondi sarà la nuova Ministra della Giustizia Usa. È lei il nome scelto da Trump dopo la rinuncia di Matt Gaetz, che si è fatto da parte dopo i presunti scandali sessuali che lo vedono protagonista. (Il Giornale d'Italia)
«Sono orgoglioso di annunciare l'ex procuratore generale del Stato della Florida, Pam Bondi, come nostro prossimo procuratore generale degli Stati Uniti», ha detto Trump in un post su Truth Social, elogiando Bondi per la sua passata esperienza. (La Stampa)
“È chiaro che la conferma della mia nomina stava diventando ingiustamente una diversione dal compito cruciale del team di transizione” verso la nuova presidenza, ha argomentato Gaetz, aggiungendo che “non c’è tempo da perdere in una battaglia prolungata a Washington”. (RSI Radiotelevisione svizzera)
Susie Wiles, capo dello staff della Casa Bianca, è infuriata. La scelta del team di Donald Trump di non controllare il passato dei candidati al governo si sta rivelando un flop. (la Repubblica)