Le pressioni mafiose per frodare il fisco: «Ho Palermo e Napoli sopra la testa»
«Dai cominciamo così e dopo ogni tanto vediamo un po' per la parte finanziaria, c'ho cinquanta società che possiamo ogni tanto piantare e lasciamo un pò di factoring in giro e dopo perché già sono puntato, ormai c'ho Palermo sopra la testa, ora c'ho pure Napoli sopra la testa». A parlare il 10 marzo 2022, mentre era intercettato, è Rodolphe Ballaera, uno della presunte figure di vertice con altri di far parte del gruppo accusato di associazione per delinquere finalizzata ad una maxi evasione dell’Iva intracomunitaria nel commercio di prodotti informatici e al riciclaggio dei proventi. (Giornale di Sicilia)
Su altri giornali
Milano, 14 nov. (ilmattino.it)
I provvedimenti restrittivi emessi dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, riguardano trentaquattro persone finite in carcere, nove agli arresti domiciliari e quattro sottoposte a misure interdittive per evasione dell’Iva intracomunitaria nel commercio di prodotti informatici e al riciclaggio dei relativi profitti. (Poliziamoderna.it)
C’è anche un palermitano finito in carcere, Antonio Lo Manto, 51 anni, e sono stati eseguiti diversi sequestri anche a Cefalù. Le indagini sono state coordinate dai sostituti Gery Ferrara, Amelia Luise, Giordano Baggio, Sergio Spadaro e Gaetano Ruta che coinvolge varie città d’Italia, soprattutto Milano, Roma e Napoli, e anche diversi Paesi. (BlogSicilia.it)
C’è l’ombra delle mafie dietro una evasione Iva di oltre 500 milioni di euro scoperta dalle sezioni di Milano e Palermo della Procura Europea. Un'inchiesta che ha portato a 47 misure cautelari disposte dal gip del capoluogo lombardo, nata da due distinte indagini: una della Finanza di Varese, l’altra della Polizia di Palermo e dello Sco. (Corriere della Sera)
Tra i destinatari della misura cautelare (47 provvedimenti in totale) emessa dalla Procura Europea, in collaborazione con gli uffici di Milano e Palermo, figura anche Giovanni Nuvoletta, primogenito del boss Ciro, ucciso nel 1984 dal clan dei Casalesi nella sua tenuta di Marano, nella zona di Vallesana. (ilmattino.it)
Un’associazione per delinquere finalizzata alle frodi fiscali e al riciclaggio, aggravata dal metodo mafioso, è stata smantellata in un’operazione denominata “Moby Dick” che ha coinvolto gli uffici della procura europea (Eppo) di Milano e Palermo (l'Immediato)