Tesla e Bmw contro le tariffe Ue sulle auto elettriche cinesi
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Torino — I produttori cinesi di auto elettriche, sostenuti da due colossi occidentali, Tesla e Bmw, hanno deciso di trascinare l'Unione Europea in tribunale per contestare i dazi imposti sulle importazioni di veicoli elettrici provenienti dalla Cina. La casa automobilistica americana fondata da Elon Musk e il produttore bavarese, che assemblano parte dei loro veicoli in Cina, si sono uniti ai giganti cinesi Geely, Saic e Byd nella battaglia legale contro Bruxelles.
La decisione dell'UE, risalente alla fine di ottobre 2024, ha imposto dazi significativi sulle auto elettriche fabbricate in Cina: il 17,0% per BYD, il 18,8% per Geely, il 35,3% per SAIC, il 20,7% per BMW (che produce in Cina la Mini Cooper elettrica e la Aceman) e il 7,8% per Tesla. Questi dazi si sommano al dazio standard del 10% previsto per l'importazione di automobili di provenienza extra UE, rendendo le auto elettriche cinesi meno competitive sul mercato europeo.
Tesla e Bmw, che importano veicoli assemblati in Cina, hanno presentato un ricorso alla Corte di giustizia europea, seguendo l'esempio dei gruppi cinesi. La Commissione Europea ha comunicato che anche le case automobilistiche americane e tedesche hanno deciso di contestare i dazi, ritenendoli ingiusti e dannosi per il mercato.
Geely, che controlla Volvo e detiene una partecipazione significativa in Mercedes-Benz, insieme a Saic, che guida il marchio MG, e Byd, pronta a diventare "europea" con l'apertura di un impianto in Ungheria, hanno deciso di fare squadra con Tesla e Bmw per contrastare le misure protezionistiche dell'UE.