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Caos politico in Francia

“Rue Nicolas Appert è una piccola viuzza con gli edifici bassi e bianchi. Due di questi edifici sono praticamente gemelli: il civico 6 e il 10. Quel 7 gennaio del 2015, è un mercoledì, arrivano in rue Appert due tizi, trent’anni a testa, franco-algerini: sono i fratelli Saïd e Chérif Kouachi. Stanno cercando la redazione di un settimanale satirico che si chiama Charlie Hebdo, ma non per chiedere autografi. (Il Fatto Quotidiano)

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Furono uccise 12 persone il 7 gennaio 2015, tra cui otto membri della redazione. Presenti tra gli altri il presidente francese Emmanuel Macron e la sindaca di Parigi Anne Hidalgo, che hanno deposto una corona davanti agli ex uffici del settimanale, presi d'assalto da due uomini armati, mascherati, legati al Qaeda con fucili d'assalto AK-47. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

A dieci anni dalla strage nella redazione del giornale satirico parigino, il 7 gennaio, sarà in edicola un’edizione speciale della rivista di 32 pagine. “Non hanno ucciso Charlie Hebdo”. (Il Fatto Quotidiano)

Dieci anni dopo. Non eravamo e non siamo tutti Charlie Hebdo

L’attentato Erano le 11:30 del 7 gennaio di dieci anni fa quando un commando assaltò la sede del giornale satirico Charlie Hebdo. (Avanti Online)

"Non hanno ucciso Charlie Hebdo" e "noi vogliamo che duri 1.000 anni", ha detto con orgoglio il caporedattore Gerard Biard. La rivista satirica francese "Charlie Hebdo", dieci anni dopo l'attentato del 7 gennaio 2015, pubblica un numero speciale di 32 pagine per commemorare le vittime. (Tiscali Notizie)

Per capire a che punto siamo, dieci anni dopo Charlie Hebdo, scelgo due facce: quella di Boualem Sansal e quella di Ahmed al-Shara (nome di battaglia, prevalentemente usato in Italia: Abu Mohammed al-Jolani). (L'HuffPost)