Escalation alle porte, Teheran minaccia: “Nessuno è al sicuro”
BEIRUT. Hezbollah annuncia una “nuova fase” nella guerra contro Israele e “l’asse della Resistenza” prova a colpire Benjamin Netanyahu nella sua residenza sul mare a Cesarea, mentre le forze israeliane mobilitano un’altra brigata sul fronte libanese e danno l’assalto con i carri armati all’ultima grande roccaforte di Hamas nella Striscia, Jabalia. Con l’avvicinarsi delle presidenziali americane, e la possibile vittoria di Donald Trump, i due campi si preparano a quello che potrebbe essere un autunno decisivo. (La Stampa)
Ne parlano anche altre fonti
La reazione del premier israeliano è giunta in serata con una dichiarazione di condanna degli “alleati dell’Iran” che “pagheranno un prezzo elevato”. Ciò non impedirà a me e allo Stato di Israele di continuare la guerra di rinascita contro i nostri nemici per garantire la nostra sicurezza per generazioni”. (RSI.ch Informazione)
ROMA – L’Iran respinge con forza le accuse di Israele che la vedrebbero come la ‘mente’ dietro l’attacco con drone effettuato ieri sulla residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu. L’Iran risponde a Israele: “Nessun ruolo nell’attacco alla residenza di Netanyahu. (Dire)
Il linguaggio della guerra è molto più esplicito di quello della politica: ieri ha parlato in arabo e in farsi senza rischi di fraintendimenti, in coro. E impone di cambiare strada. La casa del primo ministro di Israele è stata presa di mira, anzi bombardata dagli Hezbollah con un drone fornito dall'Iran, il loro sponsor. (il Giornale)
Ansa (Avvenire)
Il pedinamento in aria diventa ravvicinato quando il velivolo pilotato a distanza arriva sopra alle case di Cesarea, sulla costa a nord di Tel Aviv. Nel cielo che poco a poco si rischiara la sagoma scura dell’elicottero tallona quella più piccola del drone. (Corriere della Sera)
«Non ha voluto ascoltare Biden perché, se lo avesse fatto, non si troverebbero in questa posizione», ha riferito Trump, criticando il presidente per il fatto che dice a Bibi «non fare questo, non fare quello». (Corriere del Ticino)