Ivrea, medico "no-vax" Giuseppe Delicati indagato con altre 73 persone per falsi certificati di esenzione dal vaccino Covid
Il medico 61enne Giuseppe Delicati, era salito agli onori della cronaca per aver patteggiato che lo scorso 13 giugno una condanna per falso ideologico e falso in atto pubblico a 23 anni di reclusione con possibilità di scontarla fuori dal carcere, con la Procura di Torino. Ieri, mercoledì 31 luglio, il medico di base convinto "no-vax" si vede avanzare le medesime accuse in un’indagine parallela della procura di Ivrea, nella quale è indagato insieme ad altre 73 persone dopo aver rilasciato centinaia di certificati medici falsi dal suo studio di Borgaro Torinese, con i quali "esentava" finti pazienti da tutta Italia dalla somministrazione del vaccino anti Covid-19 e attestava loro patologie incompatibili con il siero. (Il Giornale d'Italia)
Se ne è parlato anche su altri media
Come è stato condotto lo studio? Lo studio è stato condotto da ricercatori delle Università di Cambridge, Bristol ed Edimburgo e realizzato dal British Heart Foundation (BHF) Data Science Centre presso l'Health Data Research UK. (My Personal Trainer)
Lo rivela una ricerca, guidata dalle Università di Cambridge, Bristol ed Edimburgo e resa possibile dal British Heart Foundation (Bhf) Data Science Centre presso Health Data Research Uk, in cui sono stati analizzati i dati sanitari anonimizzati di 46 milioni di adulti in Inghilterra tra l’8 dicembre 2020 e il 23 gennaio 2022. (AboutPharma)
Meno infarti e ictus dopo il vaccino anti-Covid La conferma di questo dato è arrivata dopo uno studio che ha coinvolto quasi tutta la popolazione adulta dell’Inghilterra. (Pazienti.it)
Tuttavia secondo diversi esperti contattati da Il Giornale d'Italia, si tratterebbe di una "ricerca fake e indiretta, ovvero confronta periodi diversi ma non confronta direttamente i vaccinati contro i non vaccinati. (Il Giornale d'Italia)
Lo rivela un maxi-studio su quasi 50 milioni di persone, praticamente l’intera popolazione inglese, pubblicato su ‘Nature Communications‘ da scienziati delle università di Cambridge, Bristol ed Edimburgo. (Sanità Informazione)