I cibi che contrastano l'invecchiamento cerebrale: i consigli per una dieta sana

Confrontando i tassi di invecchiamento in buona salute e l’aderenza a otto modelli alimentari sani, i ricercatori hanno evidenziato una correlazione diretta tra buona alimentazione e sano invecchiamento. In particolare, la correlazione più forte è stata osservata con l’aderenza alle linee guida dietetiche per gli americani, con l’84% di probabilità in più di raggiungere un invecchiamento sano rispetto a chi non segue “alla lettera” i principi dietetici. (Sky Tg24 )

Su altri media

Esiste una dieta che rallenta l'invecchiamento? Una nuova ricerca dell’Università dell’Illinois e dell’Università del Nebraska-Lincoln ha mappato le scansioni cerebrali rispetto all’apporto nutrizionale per 100 volontari di età compresa tra 65 e 75 anni, cercando connessioni tra determinati cibi e il deperimento del nostro corpo. (Esquire Italia)

Un recente studio pubblicato sugli Annals of Neurology da Aline Thomas, ricercatrice presso il Dipartimento di Neurologia della Columbia University e il Taub Institute for Research on Alzheimer's Disease and the Aging Brain di New York, ha testato l'ipotesi che una dieta sana protegga contro la demenza, rallentando l'invecchiamento biologico. (RagusaNews)

Consumare con costanza fibre, ma anche frutta e verdura, ridurrebbe il decadimento cognitivo e la possibilità di sviluppare il morbo di Alzheimer. In particolare nei soggetti più anziani e predisposti nei confronti della malattia. (il Giornale)

“Quello che mangi a 40 anni influenzerà la tua salute a 70 anni”: il nuovo studio

Seguire un regime alimentare sano di alta qualità in gioventù potrebbe aiutare a mantenere il cervello funzionante in età avanzata, lo dicono i risultati di uno studio che ha seguito oltre 3.000 persone per quasi 75 anni. (Corriere della Sera)

Che cosa dice lo studio (Vanity Fair Italia)

Le persone che durante la mezza età seguono un’alimentazione sana ed equilibrata sono associate a una probabilità maggiore di invecchiare in modo sano, riducendo il rischio di sviluppare malattie cardiache, degenerative o cognitive. (Il Fatto Quotidiano)