Fabio Tosi e Lorenzo Cubello uccisi insieme nell’esplosione alla Toyota di Bologna: il figlio in arrivo, lo sci, le moto. Chi erano le vittime

Le vacanze a sciare Canazei. I giri in moto, in strada e in pista. I cani. Il calcio con gli amici. La quotidianità dell'operaio specializzato Fabio Tosi resta nelle foto sui social e nei ricordi di chi lo conosceva. Sua moglie aspetta un bambino ed è stato il primo a morire, ieri, allo stabilimento Toyota Handling Materials di Borgo Panigale, fuori Bologna. Aveva 34 anni ed era originario di Cas… (La Stampa)

La notizia riportata su altri giornali

Il boato di due pomeriggi fa lascia spazio al giorno della rabbia e del dolore, per le vittime, i feriti e per le loro famiglie. Di Mariateresa Mastromarino La pioggia scende sottile su via Persicetana Vecchia, avvolgendo lo stabilimento della Toyota Material Handling in un’atmosfera grigia. (il Resto del Carlino)

Già aperto un fascicolo d’inchiesta. E’ in corso un sopralluogo anche questa mattina nello stabilimento. (il Resto del Carlino)

Si chiamavano Lorenzo Cubello, 37 anni, papà tra due mesi e Fabio Tosi, 34 anni, i due operai morti nella violenta esplosione avvenuta all’interno di uno dei capannoni industriali della Toyota Material Handling, a Bologna (Tiscali Notizie)

Mattarella e i morti alla Toyota: “Non ci sono più parole per la poca sicurezza sul lavoro”. E sugli alluvionati: “Ora rapide misure”

«Ho perso due ottimi amici». Di origine calabrese, lavora alla Toyota Material Handling da tredici anni e mercoledì sera era di turno al momento dell’esplosione. (Corriere della Sera)

Otto ore di sciopero previste per oggi e la richiesta che la sicurezza sul lavoro venga messa al centro del dialogo con le istituzioni e gli industriali a livello metropolitano. (il Resto del Carlino)

Al momento della sua entrata nel Salone del Podestà è stato accolto da un lungo applauso dei cooperatori e dei rappresentanti delle istituzioni presenti. Ad accoglierlo all'esterno in piazza del Nettuno il presidente di Legacoop Simone Gamberini. (La Stampa)