ITALIANIZZAZIONE AVANZA: Cambiamenti in Germania nel Settore Sanitario e Auto

STOCCARDA STOCCARDA – Le discussioni tra Bruxelles e Pechino stanno giungendo al termine: se non si giungerà a un’intesa all’ultimo momento, i dazi europei sulle importazioni di autoveicoli elettrici dalla Cina verranno applicati a partire da novembre. La Commissione Europea sostiene che il governo cinese stia riducendo i prezzi in modo artificiale mediante sussidi, distorcendo così il mercato. Si prevedono dazi fino al 35%, che si sommeranno ai già esistenti dazi di importazione del 10%. (ComplianceJournal.it)

Su altre testate

La Cina vuole aggirare i probabili dazi europei e per farlo ha esportato oltre 60.000 auto elettriche in Europa a settembre, registrando un aumento del 61% rispetto all'anno precedente. Il boom delle esportazioni sembra essere una mossa strategica per accumulare scorte prima dell'entrata in vigore dei potenziali dazi proposti dalla Commissione UE. (Tom's Hardware Italia)

Questa la denuncia di Federmotorizzazione (Federazione nazionale commercianti della motorizzazione): le case della Repubblica popolare starebbero sfruttando l'accordo di unione doganale presente tra l'Ue e la Turchia per aggirare i dazi. (La Gazzetta dello Sport)

Ricordate i dazi sull’importazione di auto elettriche cinesi in Europa? A inizi ottobre sono stati ratificati e, a fine mese, dovrebbero entrare in vigore. Il condizionale è d’obbligo, come si dice in questi casi, perché Pechino e Bruxelles continuano a negoziare sottotraccia, lontano dai riflettori, per trovare una soluzione alternativa. (Il Fatto Quotidiano)

Fmi: «Dai dazi Ue sull’auto più danni che benefici per Germania, Italia e Francia». Ripresa europea sotto il potenziale

La questione riguarda infatti l’ingresso massivo di auto cinesi nel mercato dell’Unione Europea attraverso la Turchia, sfruttando l’accordo di unione doganale tra Ankara e Bruxelles, che consente alle merci di circolare liberamente senza l’applicazione delle tariffe doganali. (SicurAUTO.it)

Più ridotto per Paesi come Germania, Francia e Italia, più ampio per Paesi come Repubblica Ceca e Ungheria. In ogni caso l'impatto sarebbe più pesante se sui produttori cinesi venissero imposti dazi sempre più forti. (Tiscali Notizie)

Lo afferma il Fondo monetario internazionale nel suo rapporto sulla regione, pubblicato ieri, che torna a raccomandare riforme in grado di «invertire il decennale declino della produttività e ridurre il divario del 30% del reddito pro capite con gli Stati Uniti». (Il Sole 24 ORE)