Perché Castagna di Banco Bpm s'inventa tagli per terrorizzare i dipendenti sull'Ops di Unicredit?

Perché Castagna di Banco Bpm s’inventa tagli per terrorizzare i dipendenti sull’Ops di Unicredit? Se davvero Giuseppe Castagna, numero uno di Banco Bpm, è "un uomo di numeri", come dice la grande stampa, non può dare numeri a casaccio. La lettera di Gianluca Zappa Caro direttore, stavo per proporti un pezzo sulla lettera che l’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha inviato ai dipendenti dopo l’Ops di Unicredit, ma ho visto che nel frattempo hai pubblicato l’intero testo della lettera di Castagna, come opera di servizio informativo all’insegna dell’einaudiano “conoscere per deliberare” (mentre la Fondazione Einaudi da te giustamente sfruculiata è dedita più che altro a “sdottoreggiare per esistere” o a “tifare Terzo Polo per poter chiagniere e fottere soldi pubblici). (Start Magazine)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Non ne aveva fatto mistero in un’intervista concessa nel maggio scorso a MF-Milano Finanza (Milano Finanza)

Si tratta - secondo Giuseppe Castagna - di (Secolo d'Italia)

Il giorno dopo il cda che ha bocciato in via preliminare l’offerta di UniCredit , Giuseppe Castagna, amministratore delegato di BancoBpm, prende carta e penna e scrive ai dipendenti. «Siamo una grande banca autonoma, italiana con una forte vocazione di vicinanza ai territori e alle Pmi, spina dorsale del nostro Paese. (Il Sole 24 ORE)

Castagna: «BancoBpm dice no a chi non tiene conto del suo valore»

Ciò che in un linguaggio più manageriale i vertici di Banco Bpm spiegavano nella nota con cui hanno rimandato al mittente le attenzioni di Unicredit, lo hanno chiarito con più forza in una lettera ai dipendenti. (L'HuffPost)

Caro direttore, dai, dammi atto almeno una volta: a poche ore, direi a pochi minuti, dall’annuncio dell’Ops di Unicredit sul Banco Bpm, e vedendo la reazione astiosa della Lega contro la mossa del gruppo capeggiato da Orcel, ti ho scodellato un’indiscrezione raccolta qui a Milano e che ora fa capolino tra le righe negli approfondimenti della grande stampa sull’attivismo sotto traccia dei francesi di Credit Agricole che sono nell’azionariato di Banco Bpm (di cui sono il maggior socio con il 9%). (Start Magazine)

Si è espresso così, con un secco no, il cda dell’istituto di Piazza Meda all’offerta pubblica di scambio volontaria di UniCredit annunciata lunedì. Un’operazione ‘ostile’ che ha anche trovato il veto del governo, spiazzato dalla decisione di Andrea Orcel, ad di Unicredit, al punto da valutare l’ipotesi del golden power, ossia lo strumento attraverso il quale la presidenza del Consiglio può di fatto condizionare o addirittura vietare un’operazione di mercato nel caso in cui questa riguardi beni o strutture che si considerano strategici per la sicurezza nazionale. (Forbes Italia)