Bozza dl, giudice non commenti norme di cui si occupa
Nella bozza del decreto legge in materia di Giustizia che sarà discusso lunedì prossimo in Consiglio dei ministri viene introdotta una norma che potrebbe prevedere azioni disciplinari per i magistrati che prendono posizione pubbliche su un argomento di cui si occupano o di cui si occuperanno. Secondo la bozza del documento, già approvato al pre Cdm di ieri, all'articolo 4 del decreto viene introdotta una nuova norma sulle disposizioni in materia di illeciti disciplinari dei magistrati, secondo cui un illecito disciplinare nell'esercizio delle funzioni si verifica anche quando c'è "la consapevole inosservanza del dovere di astensione nei casi in cui è espressamente previsto dalla legge l'obbligo di astenersi o quando sussistono gravi ragioni di convenienza". (Tuttosport)
Se ne è parlato anche su altre testate
O, ancora, se un magistrato esprime durante un convegno o un'intervista un'opinione su una riforma che riguarda un tema caldo, di cui si occupa per lavoro, dovrà rinunciare a trattare cause che riguardano la materia su cui si è espresso o la sentenza che è stata criticata. (L'HuffPost)
Una prima risposta arriva dal presidente della Corte Costituzionale. (La Stampa)
Ieri mattina, alla riunione preparatoria convocata mentre la premier Meloni è in Sud America dal sottosegretario Alfredo Mantovano in vista del consiglio dei ministri in programma per lunedì, nello schema dell’ennesimo decreto sulla giustizia, al punto 4, leggiamo che tra gli illeciti disciplinari dei magistrati ci sarà anche «la consapevole inosservanza del dovere di astensione nei casi in cui è previsto dalla legge l’obbligo di astenersi o quando sussistono gravi ragioni di convenienza». (il manifesto)
Hai criticato apertamente un decreto del governo con un editoriale, in un convegno, sui social network, e ti ritrovi a dover giudicare su quello stesso decreto? Devi astenerti, far spazio a un altro collega con la toga, per ragioni «di convenienza». (ilmessaggero.it)
Non indirizzata ai giornalisti, ma alle toghe. Se il ministro della Giustizia Carlo Nordio dichiara che un giudice «meno parla meglio è», rilanciano ancora una volta la polemica con un Anm che gli imputa di volere zittire la magistratura, sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri arriva una nuova norma bavaglio. (Il Sole 24 ORE)
In un decreto all’ordine del giorno del prossimo Cdm, il ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio ha inserito una norma che colpisce giudici e PM che prendono posizione in pubblico sui temi dell’attualità politica: in caso non rinunciassero a occuparsi dei fascicoli sulle stesse questioni, rischieranno sanzioni disciplinari. (Primaonline)