Valentina Petrillo, l'appello dell'atleta transgender alle Paralimpiadi: "Non abbiate paura di me"
L'atleta italiana è in lizza per un posto nella finale dei 400 metri femminili, categoria T12, alle Paralimpiadi di Parigi. Nel raccontare la propria esperienza usa tre parole chiave: inclusione, informazione, paura ingiustificata. (Fanpage.it)
Ne parlano anche altri giornali
Dopo le polemiche innescate durante le Olimpiadi, anche in occasione delle Paralimpiadi la scrittrice J.K. Non è la prima volta che Rowling esprime posizioni duramente critiche verso l'inclusione delle persone transgender, e per questo spesso accusata di posizioni transfobiche. (Quotidiano Sportivo)
J.K. Rowling non si smentisce mai e torna alla carica con le sue dichiarazioni contro la comunità trans, stavolta nei confronti dell'atleta italiana Valentina Petrillo, attualmente impegnata nelle Paralimpiadi. (leggo.it)
"E' il momento più importante della mia carriera", ha poi detto ripensando anche a quando aveva fallito la qualificazione per Tokyo 2020. Correndo oggi in 58"35 nella quarta batteria dei 400 metri donne T12, in cui si è piazzata seconda guadagnando l'accesso alle semifinali, l'azzurra Valentina Petrillo è diventata la prima atleta dichiaratamente transgender a gareggiare in una Paralimpiade. (Corriere Delle Alpi)
Valentina Petrillo, prima atleta transessuale italiana in gara alle Paralimpiadi, ha centrato l'accesso alla semifinale dei 400 metri nella categoria T12 (ipo-vedenti) correndo in 58.35. Leggermente inferiore al suo personale di 58.01, è uno dei quattro migliori crono di ripescaggio per il passaggio del turno. (Eurosport IT)
Su X: 'Gli imbroglioni dichiarati e orgogliosi come Petrillo dimostrano che l'era della vergogna è finita. Leggi tutta la notizia (Virgilio)
(Adnkronos) – La ricerca, pubblicata su Nature Communications, condotta dall’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-In), con la collaborazione del Dipartimento Neurofarba dell’Università di Firenze, sembra portare a comprendere i processi di apprendimento percettivo visivo, tradizionalmente attribuiti all’area del cervello nota come “corteccia visiva primaria”. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)