Le "minacce" di Trump sulla Groenlandia, il Canada e Panama

Bruxelles – Non sono passati sotto traccia i commenti del presidente-eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, riguardo alla presunta necessità di Washington di instaurare qualche tipo di controllo sulla Groenlandia, sul Canada e sul canale di Panama. Durante una conferenza stampa fiume nella sua residenza a Mar-a-Lago, il tycoon newyorkese ha fatto alcune osservazioni a sfondo geo-economico che hanno suscitato immediate reazioni dei partner europei e sudamericani degli Usa, a cominciare dalla Danimarca, dal Canada e da Panama. (EuNews)

La notizia riportata su altri media

Le parole di Trump sull’annessione della Groenlandia hanno scatenato polemiche e preoccupazioni. Ma non è la prima volta che gli Stati Uniti pensano a questa ipotesi. (Il Sole 24 ORE)

Inizialmente pareva una boutade, una di quelle intemerate propagandistiche e smodate a cui il tycoon ci ha abituati nell’ultimo decennio, specie durante il suo primo pittoresco mandato. Ma un affare di confini, come in una partita a Risiko. (Il Dubbio)

A pochi giorni dall’insediamento della nuova amministrazione alla Casa Bianca, il 20 gennaio, le dichiarazioni di Donald Trump sull’eventuale uso della forza per l’annessione della Groenlandia «per ragioni di sicurezza economica Usa», risvegliano l’orgoglio di Parigi e Berlino, preoccupate per la sovranità comune europea e non solo per quella nazionale. (il manifesto)

Il ciclone Donald Trump: «Panama e Groenlandia? Potremmo prenderle con la forza. Hamas liberi gli ostaggi o scateno l'inferno» - Il video

Che il presidente eletto Donald Trump fosse refrattario al carattere diplomatico che dovrebbe invece possedere un qualunque amministratore della cosa pubblica in qualsiasi paese del mondo, lo sapevamo. (Tiscali Notizie)

Apparentemente senza nessuna ironia. A parlare di voglia di annettere territori, riprendersi Paesi e attaccare, economicamente o militarmente, stati sovrani per farli propri, non è un ragazzino esaltato da un gioco da tavola di strategia militare. (il Giornale)

Per Donald Trump contano solo gli Stati Uniti. Tutti gli altri altri, alleati o meno, farebbero meglio a preoccuparsi, o quanto meno ad attrezzarsi al ciclone in arrivo. È il senso della conferenza stampa fiume tenuta stasera dal presidente eletto degli Usa, la cui vittoria è stata certificata ieri dal Congresso. (Open)