Rafa Nadal, il talento dell'ossessione: così è diventato leggenda

Quando si è presentato al mondo del tennis, Rafa Nadal portava dei pantaloncini lunghi fino a sotto al ginocchio e delle canotte pensate per mettere in mostra i mostruosi bicipiti. Era un ragazzino, con tanti capelli contenuti da una fascetta. Correva da una parte all’altra del campo, sbucciava la pallina con il suo dritto arrotato che estremizzava il concetto di top-spin e urlava dopo ogni punto con il pugno rivolto al viso. (Il Fatto Quotidiano)

Su altri media

"Un post non è sufficiente per esprimere il rispetto che ho per te e per quello che hai fatto per il nostro sport" (Adnkronos)

Ansa (Avvenire)

Tatiana Garbin, capitana della squadra femminile della Nazionale di tennis italiana ha voluto ricordare così Nadal: «Non ci sono dubbi. Nadal ci ha insegnato tanto. (Corriere della Sera)

L'addio al tennis di Rafa Nadal: il più grande combattente dello sport (e una persona buona)

Nadal annuncia ritiro: "È il momento di fermarsi" (AGI - Agenzia Italia)

«Penso che sia il momento giusto per porre fine a quella che è stata una carriera lunga e di maggior successo di quanto avrei mai potuto immaginare», ha spiegato il maiorchino. «La verità è che gli ultimi due anni sono stati difficili e non ho potuto giocare senza limitazioni. (ilmattino.it)

Ne ha vinti altri tredici, e già questo basterebbe a capire che non avremo mai più un campione così.Ma il fenomeno Nadal non è solo un fatto di numeri, o di imprese. Mai si è visto un simile combattente nella storia dello sport, capace di giocare ogni punto come se fosse una questione di vita e di morte, tranne forse su un ring; il tennis del resto è uno sport di combattimento in cui non ci si sfiora mai, un incrocio tra il pugilato e gli scacchi. (Corriere della Sera)