Tim Burton: «Ho sempre avuto paura della normalità. Nei cimiteri trovavo la pace, temevo i miei genitori. Mi curo con il cinema»
Scheletri dalla faccia tonda, spose cadavere, bambole assassine. Ma anche barbieri con la lama un po’ troppo affilata, animali deformi, alieni inquietanti. Se si potesse fare un viaggio nella mente di Tim Burton, questo sarebbe il panorama. E, naturalmente, le immagini non scorrerebbero una dietro l’altra come ordinate diapositive, ma sarebbero intrecciate, mescolate dal caso, disposte in una sequenza imprevedibile, come in un labirinto. (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Siamo alla Fabbrica del Vapore di Milano, un luogo che l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi sta attenzionando per future modifiche, con l'inserimento di un'area verde e altri laboratori: ha l'aria affascinante delle ex zone industriali, ma non ha ancora espresso appieno il suo potenziale. (il Giornale)
Dal 13 dicembre la Fabbrica del Vapore a Milano si trasforma nell’universo creativo del regista più visionario: siamo stati alla presentazione di ‘Tim Burton’s Labyrinth’. (Revenews)
"La mia testa è un labirinto", Così Tim Burton parla di sé usando una metafora per descrivere il caos creativo che brulica nella sua testa creando connessioni inaspettate tra mondi apparentemente lontani. (Movieplayer)
40 anni di carriera alle spalle, ma nonostante ciò le sue opere sono ancora tutte da scoprire. Un universo cinematrografico affascinante, oscuro, sempre alla ricerca dell'ambiguo, una mente che si può considerare un labirinto: «Nella testa ho una serie di stanze collegate e se apri una porta non sai mai dove andrai rispetto a dove saresti andato se ne avessi aperta un’altra. (leggo.it)
«La follia di una persona è per un’altra persona una normale realtà», lo dice Tim Burton. Il problema resta capire qual è la realtà di Tim Burton (Milano, Fabbrica del Vapore, fino al 9 marzo). La folle stravaganza gotica dei suoi film o la sua apparente normalità, al netto di Monica Bellucci. (Vanity Fair Italia)
Labyrinth è la definizione che il regista e artista Tim Burton da alla sua mente: un generatore di emozioni che non si riposa mai e che trasforma sempre quello che sente in personaggi, storie, luoghi misteriosi. (Focus Junior)