Lombardia rifiuta il progetto di legge sul fine vita assistito

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INTERNO

Il Consiglio regionale lombardo, nella seduta odierna, ha deciso di non trattare il progetto di legge di iniziativa popolare relativo alle procedure e ai tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito. La questione pregiudiziale di costituzionalità, illustrata da Matteo Forte (FdI) e approvata con 43 voti favorevoli e 34 contrari, ha dichiarato che nel testo del progetto di legge sussistono possibili questioni di legittimità costituzionale per violazione dell'articolo 117 della Costituzione.

Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha votato con le opposizioni, sostenendo che il governo debba intervenire sulla questione. La maggioranza di centrodestra, composta da Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e Noi Moderati, ha votato a favore della pregiudiziale di legittimità costituzionale presentata da Forte, presidente della Commissione Affari Istituzionali.

Nell'aula del Pirellone, la linea di Fratelli d'Italia ha prevalso, ma è emerso che qualcuno della maggioranza ha votato in dissenso dal proprio gruppo, contro la pregiudiziale proposta da Forte. Questo voto segreto ha evidenziato una spaccatura all'interno della coalizione di centrodestra, che ha scelto di rinunciare ad aprire un confronto che potesse portare all'approvazione di una legge per garantire il suicidio medicalmente assistito ai malati terminali che ne facciano richiesta e che versino nelle condizioni previste dalla Corte Costituzionale.

Il dibattito sul fine vita, tema delicato e controverso, ha visto la partecipazione attiva di diverse forze politiche e sociali, ma la decisione del Consiglio regionale lombardo di non trattare il progetto di legge ha suscitato reazioni contrastanti.