Prezzi dell’olio di oliva al 8 ottobre 2024: in rialzo in Italia, in lieve calo in Spagna

L’olio extravergine di oliva italiano continua a veleggiare tra la stabilità a Bari e i rialzi a Foggia, con un mercato più virtuale che reale visto che i serbatoi sono praticamente vuoti e l’olio nuovo è ancora sulle piante. La raccolta è solo alle battute iniziali e rallentata dalle piogge che stanno colpendo soprattutto il centro nord Italia nei primi giorni di ottobre. Sono state prodotte poche decine di tonnellate di olio extravergine di oliva, incapaci non solo di influenzare il mercato ma anche di dare serie indicazioni sui prezzi della prossima campagna olearia. (Teatro Naturale)

Se ne è parlato anche su altre testate

Alle 20 aziende specializzate nel settore si aggiungono le circa 250 aziende agricole che producono olio non come principale attività. «La qualità dell’olio è ottima», spiega il presidenti Coldiretti Penne, Federico Domenicone, «purtroppo il crollo delle quantità di olive è del 70%. (Il Centro)

Si avvicina il dato previsionale di produzione di olio di oliva in Italia. Molte imprese del comparto oleario affinano le nuove strategie commerciali del dopo raccolta, alla luce dei cambiamenti che hanno caratterizzato questo mercato nell’ultimo biennio: crisi idrica, scarsità di prodotto, aumento dei prezzi oltre i massimi storici. (Food)

Ancona 8 ottobre 2024 – La nuova stagione di raccolta delle olive è iniziata la scorsa settimana con la riapertura dei frantoi. “La produzione di olio d’oliva nelle Marche sarà quantitativamente migliore del 2023 – spiega Coldiretti Marche -, anno funestato da sbalzi di temperatura al momento della fioritura, che ne avevano ridotto l’allegagione (ovvero il passaggio dallo stato di fiore a quello di frutto), e dalla successiva siccità, che aveva causato la caduta dei pochi frutti presenti sulle piante. (il Resto del Carlino)

Carapelli: il prezzo dell’olio extravergine resterà sopra i 5 euro

ROMA – Le prime stime produttive sulla campagna 2024/25 indicano un aumento dei volumi mondiali rispetto ai 2,5 milioni di tonnellate dello scorso anno. (Agricultura.it)

, sia dal punto di vista della qualità che della quantità, anche se potrebbe non esserci un grande recupero rispetto agli anni precedenti. Secondo l'ultimo rapporto dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, le regioni del Centro potrebbero con questa raccolta, che, in alcune aree della Toscana, in particolare in Maremma e sulla costa livornese, è già iniziata, segnare rispetto al 2023 un recupero del 70% della produzione. (LA NAZIONE)

La Spagna, primo produttore mondiale, dopo il crollo degli ultimi due anni si appresta a tornare più o meno ai livelli produttivi di sempre, e più in generale la produzione mediterranea si preannuncia in crescita del 30%. (Il Sole 24 ORE)